Nella foto il segretario generale del PSOE Pedro Sanchez e quello di Podemos Pablo Iglesias durante l’incontro di venerdì scorso.

Nel frattempo a conferma di quanto scrivevamo l’Eurogruppo, per bocca del solito Dijsselbloem, ha fatto sentire la sua voce intervenendo a gamba tesa sui negoziati in corso a Madrid per formare il governo: “Nessuna ulteriore flessibilità sarà concessa alla Spagna“.

Podemos è ancora in attesa di sedersi per negoziare un eventuale governo col PSOE.
Malgrado la richiesta del Re Filippo VI a Pedro Sanchez (PSOE) affinché tenti di raccogliere un sostegno sufficiente a far passare il suo insediamento, Podemos e PSOE non si sono ancora incontrati formalmente.

I socialisti hanno presentato lunedì scorso un documento per il programma di governo che hanno proposto e stanno già discutendo con altri soggetti come  Ciudadanos, Izquierda Unida, PNV o Compromis.

Il segretario generale di Podemos, Pablo Iglesias, ha affermato, leggendo il testo del PSOE che è “molto vicino a quello” del suo partito e che “… adesso sarà più facile trovare l’accordo”. Iglesias ha annunciato ieri che Lunedi prossimo invierà un nuovo documento con nuove proposte ai socialisti per cercare di sbloccare i negoziati.

In questo contesto sono ricomparse, all’interno di Podemos, le voci critiche, nella forma di un’aspra critica al programma presentato dal PSOE. La corrente interna più organizzata di Podemos, Izquierda anticapitalista, ha ieri reso pubblico un testo che descrive il programma dei socialisti come “maquillage social-liberale travestito da cambiamento”.

Il testo degli Anticapitalisti, di cui fanno parte tra gli altri Teresa Rodriguez, Miguel Urbano e José María González “Kichi”, è stato inviato attraverso il canale ufficiale di questo gruppo sulla piattaforma Telegram: «Il programma di governo presentato dal PSOE continua a rispettare i parametri stabiliti dalle élite europee, l’Eurogruppo e la Troika, allevia soltanto alcune riforme fatte dal PP di Rajoy, assume lo stesso punto di partenza negativo che adottò il Partito socialista quando era al governo. Si tratta di una proposta social-liberale che non ripristina nemmeno i diritti sociali che c’erano prima della crisi».

La critica al partito guidato da Sánchez continua dicendo che il PSOE immagina un governo che rispetterà “i pilastri economici stabiliti dell’Unione europea”, tra cui il “patto di stabilità e crescita”. «Si tratta di un governo che onorerà il rimborso del debito pubblico e rispetterà il consolidamento fiscale».

Passando ora alle questioni specifiche in materia di lavoro gli anticapitalisti ritengono che il PSOE “propone una riforma che sarebbe a metà strada tra il loro impianto del 2010 e quello adottato dal PP nel 2012”. Si riconosce che “introduce idee interessanti come la definizione di tre livelli contrattuali, impedendo che un’assunzione permanente sia occupata da un lavoro temporaneo, in base ai soli interessi dell’azienda”. Ma in ogni caso essi sostengono che i socialisti non vanno oltre a mere politiche di sussidio”, del tutto inutili a creare occupazione vera: “servono solo a ridurre il costo del lavoro”. Si rileva inoltre che queste politiche continuano sul solco tracciato dal governo del PP riguardo allo smantellamento dei contratti collettivi.

Per quanto riguarda le politiche sociali, totalmente ignorate dal PP, gli Anticapitalisti ritengono che quelle proposte dai socialisti di Sanchez “sono timide”. Mettono in evidenza che i socialisti “non vogliono cancellare la la riforma delle pensioni e propongono solo palliativi per le le situazioni sociali di estrema indigenza”, come un reddito minimo vitale per le famiglie senza reddito. Le misure ambientali “rappresentano solo un’aspirina davanti ad un problema ecologico paragonabile al cancro”.

Infine, ribadendo che “se Ciudadanos è solo un ricambio del PP, il PSOE aspira ad essere niente di più che il suo trucco: le medesime politiche austeritarie mascherate da cambiamento”. Occorre ricordate che i membri di questa corrente di Podemos hanno dichiarato di non accordarsi con il PSOE a qualsiasi prezzo. Per gli Anticapitalisti l’ultima parola prima di qualsiasi ipotetico accordo, che oggi sembra lontano, la dovranno avere gli iscritti a Podemos che dovranno ratificare le decisioni del partito.

da sollevAzione
* Fonte: Cuarto Poder del 12 febbraio
** Traduzione a cura della Redazione