Dichiarazione del Coordinamento europeo anti-euro sull’incontro di Madrid del “Piano B”

Si conclude oggi a Madrid l’incontro promosso da un pezzo di Podemos, per la precisione la corrente trotskysta di Izquierda anticapitalista. Tra gli oratori anche l’immaginifico Varoufakis. Non andrà Pablo Iglesias, né alcun altro del gruppo dirigente che si raccoglie attorno a lui. Si discute di un fantomatico “Piano B per l’Europa”. Una versione del tutto peggiorativa di quella che venne discussa, con tutti i limiti, a Parigi nel gennaio scorso.

Qui sotto la dichiarazione politica del Coordinamento europeo anti-euro, composto da organizzazioni di Spagna, Grecia, Francia, Germania, Austria. Per l’Italia ne fa parte P101.

In occasione dell’incontro di Parigi “Un piano B per l’Europa”, abbiamo visto due posizioni opposte: la prima, difesa da alcuni dei soggetti interessati, come Frédéric Lordon, per lo smantellamento dell’Unione monetaria, avvenga esso in modo ordinato e collettivo, o con l’uscita unilaterale di paesi che non possono continuare a sostenere i diktat della troika — è il caso oggi in Grecia ma anche in altri paesi della periferia mediterranea. L’altra posizione svela invece la tradizionale ambiguità di certa sinistra di denunciare la crisi dell’euro senza risolverla, creando confusione e disordine tra i cittadini e nella sinistra medesima.

Sono i difensori di questa posizione ambigua e illusorio che sono responsabili per l’organizzazione della seconda riunione del cosiddetto “Piano B”, che si terrà dal 19 al 21 febbraio a Madrid.

Questo secondo gruppo è quello che promuove e organizza la prossima riunione di Madrid del cosiddetto “Piano B”, che si terrà dal 19 al 21 febbraio.

Mentre le prospettive per l’economia mondiale sono fosche e la UE è in preda, paralizzata, all’incertezza, senza possibilità di risolvere i gravi problemi politici, sociali ed economici che attanagliano tutta l’Unione ed in particolare alcuni paesi, il Manifesto di convocazione di questo nuovo incontro di Madrid risulta privo di contenuti, confusionario, per nulla chiarificatore ideologicamente. Esso è politicamente irrealistico, inutile. Lo è malgrado gli obiettivi modesti proposti: combattere la politica di austerità imposta dalle istituzioni a tutti i governi e democratizzare il funzionamento dell’Unione — come se piccoli cambiamenti istituzioniali potessero combattere la natura antidemocratica dell’Unione monetaria, con governi nazionali privi di tutte le leve sovrane per progettare ed attuare le politiche economiche e sociali necessarie ai popoli europei, e soggetti alle linee guida emanate dal Trattato di stabilità [Fiscal compact, Ndr], adottato proprio per obbligare il mantenimento permanente dell’austerità.

Se, oltre al Manifesto, si esamina il contenuto dell’incontro di Madrid il dibattito sulla questione dell’euro è quanto mai remoto. A nostro avviso è dimostrato in modo inoppugnabile che la grande crisi europea è principalmente causata dall’introduzione dell’euro, che implicitamente stabilisce tassi di cambio irrevocabili tra paesi le cui economie erano e sono produttivamente molto diverse, mentre non vi è una politica fiscale comune che consenta una redistribuzione del reddito.

Pertanto, qualsiasi soluzione atta a risolvere la crisi richiede la messa in discussione dell’euro, una questione che sarà impossibile discutere all’incontro di Madrid il quale, a giudicare dal programma, ha il carattere di un evento spettacolare per dare voce a decine di oratori con grandi differenze politiche tra loro, nella maggior parte dei casi impegnati in discorsi non correlati alle preoccupazioni riguardanti l’euro e la forma attuale dell’Unione europea.

D’altra parte, le dichiarazioni di combattere le politiche di austerità, rimangono semplicemente retorica visto che nemmeno viene posto con nettezza l’obbiettivo di rompere con il Trattato di stabilità e di abrogare la legge spagnola sul pareggio di bilancio. Un silenzio incomprensibile dopo la lettera pubblica firmata da più di un centinaio di politici e attivisti sociali che è stato inviato al Parlamento spagnolo proprio per chiedere questa abrogazione.

Pur riconoscendo che ci sono tra i partecipanti persone che sostengono con coerenza le nostre opinioni, e che ogni discussione può essere utile per una maggiore consapevolezza circa le radici e le soluzioni della crisi, non possiamo che deplorare il fatto che questo nuovo incontro si attarda su questioni secondarie e devia l’attenzione sulla questione fondamentale dell’ unione monetaria. Per esempio, essendo consapevoli delle complesse questioni che sorgono nel caso di smantellamento dell’euro, questi incontri, che riuniscono persone informate, politici esperti, ed economisti, dovrebbero occuparsi della preparazione politica e degli strumenti necessari per recuperare la sovranità monetaria in modo che non accada mai, come è accaduto in Grecia dopo il referendum, che il governo non aveva alcun vero e proprio piano economico alternativo a quello imposto dalla Troika (a prescindere dalla predisposizione di Tsipras al cedimento).

Il Coordinamento Europeo anti-euro non è stato invitato all’incontro di Madrid, né è stata invitata la Piattaforma spagnola per l’uscita dall’euro, ciò che rivela lo iato tra gli organizzatori dell’incontro e tutti coloro che ritengono imprescindibile l’abbandono dell’unione monetaria.

Come Coordinamento europeo continueremo a cercare il confronto con le forze politiche e sociali europee, preparare i prossimi eventi di dibattito e mobilitazione, rafforzare la nostra organizzazione in ogni paese per dare forza al messaggio che l’emancipazione dei popoli richiede per farla finita con l’euro rompendo con l’attuale Unione europea il cui ruolo imperialista, data l’adesione alla NATO, non può essere nascosto, con le note e drammatiche conseguenze.

19 febbraio 2016