Mentre il decisivo referendum d’autunno sulla controriforma renziana della Costituzione si avvicina, sta per partire la raccolta di firme su ben 11 referendum abrogativi. Questa, in sintesi, la posizione del Movimento di liberazione popolare Programma 101 (P101).

1. La democrazia è sotto attacco. La controriforma costituzionale di Renzi, di cui la nuova legge elettorale truffa (Italicum) è parte integrante, vuol portare a compimento il percorso verso un regime autoritario in atto da un quarto di secolo.
E’ dagli inizi degli anni ’90 che il sistema politico istituzionale subisce continue spinte antidemocratiche volte a garantire il dominio di ristretti gruppi di potere, ad imporre ogni misura antipopolare, a blindare le istituzioni verso ogni istanza di cambiamento, a cedere continuamente sovranità verso un’Unione Europea sempre più oligarchica ed antidemocratica
Adesso Renzi tenta l’assalto finale. Al crescente distacco popolare dalle èlite, al rifiuto di massa delle loro politiche di austerità, alla perdita di consenso delle principali forze sistemiche, il regime risponde con una pesante svolta autoritaria, la cui chiave di volta è la trasformazione di una minoranza in maggioranza per garantirsi una legislatura di lacrime e sangue per il popolo lavoratore.

2. Con il successo del NO al referendum costituzionale, previsto in autunno, questo disegno può essere fermato.
Il NO avrà infatti un duplice valore: sul piano istituzionale, per fermare e mettere pesantemente in crisi il progetto autoritario delle oligarchie finanziarie; su quello politico per mandare a casa Renzi, il suo governo, le sue politiche.

3. La sfida di Renzi va dunque accettata. Il capo del governo – convinto di avere un grande consenso e, soprattutto, fidando sulle incertezze degli avversari – vuol trasformare il referendum in un plebiscito. Guai a sottrarsi a questa sfida! Sarebbe quello il modo di consegnargli la vittoria. La sfida va invece raccolta. Contrariamente a quanto sostenuto dallo stesso Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, il voto d’autunno non potrà che essere un pronunciamento pro o contro Renzi. Egli ha legato indissolubilmente il suo nome ad una controriforma che sarebbe il colpo finale ad una Costituzione già violentata dai poteri e dai vincoli europei. Ed egli dovrà andarsene immediatamente in caso di sconfitta. Naturalmente l’esito del referendum dipenderà in larga parte dall’effettivo impegno delle forze di opposizione. Tra queste decisivo sarà il ruolo che ci auguriamo M5S vorrà giocare fino in fondo per sconfiggere il governo nelle urne.

4. E’ in questo quadro che dobbiamo valutare gli undici referendum abrogativi
(4 sulla “buona scuola”, 3 sul jobs act, 2 sull’ambiente ed altrettanti sull’Italicum), sui quali inizierà la raccolta delle firme il 9 aprile.
Se in generale è positiva la mobilitazione su questi temi, una specie di concentrato delle scelte più significative compiute dal governo Renzi in questi due anni, diverso è il discorso sull’uso del referendum abrogativo.
Siamo qui di fronte a tanti, troppi, quesiti, promossi da forze poco coordinate tra loro, che rischiano di dare l’impressione di una di quelle lenzuolate referendarie, in stile pannelliano, che tanto hanno contribuito a togliere credibilità all’istituto del referendum abrogativo nel nostro paese.
In particolare troviamo come minimo tardiva l’iniziativa della Cgil, dopo che contro il Jobs Act e contro la stessa Legge Fornero quel sindacato rinunciò da subito ad ogni vera mobilitazione.

5. Tuttavia, considerata la giustezza dei temi proposti, al di là dei limiti di alcuni quesiti, il Movimento di liberazione popolare P101 sosterrà anche la campagna abrogativa di primavera, condividendone se non altro lo spirito di profonda critica al governo Renzi, alle sue politiche liberiste, alla sua sudditanza in ambito UE.
In ogni caso, tutto questo attivismo referendario ha senso solo se finalizzato a vincere lo scontro con Renzi e con il renzismo.
Questo significa concentrare le forze, non disperderle. Concentrare il fuoco sul referendum costituzionale, perché mentre una vittoria di Renzi sbarrerebbe immediatamente la strada ad ogni speranza di inversione di rotta nel breve periodo, la sua sconfitta, la sua cacciata dal governo, dischiuderebbe scenari del tutto inediti, aprendo spazi alle lotte ed alle iniziative sui più disparati terreni, dal lavoro, alla scuola, all’ambiente.

6. Per questi motivi, le realtà locali di Programma 101, già attive in diverse situazioni nei comitati per il NO al referendum costituzionale, si impegneranno – in parallelo al lavoro unitario – nella promozione di una forte propaganda per la cacciata di Renzi e per evidenziare l’assoluta incompatibilità tra l’appartenenza all’Unione Europea e la lettera e lo spirito della Costituzione repubblicana.

 

da Programma 101