Ieri 6 maggio, la ministra Maria Elena Boschi era a Perugia, al teatro Pavone, per la campagna elettorale a favore del “SI” per il referendum sulla riforma costituzionale che si terrà a ottobre. Transenne e sbarramenti agli ingressi. Entravano solo gli intimi e gli addetti ai lavori – il teatro Pavone non contiene più di 200 persone.

Alla convention, a farle la corte, hanno sfilato gli esponenti umbri del Pd, dal segretario regionale, Giacomo Leonelli, alla presidente della regione, Catiuscia Marini, amministratori e carrieristi.
Ma su loro non vogliamo spendere neanche una parola, ci hanno già pensato i giornalisti lacchè, a busta paga del Pd.

Noi vogliamo invece parlare della bella e sentita contestazione che ha accompagnato la ministra da molto prima del suo arrivo e fino alla fine.

E’ arrivata con un’ora di ritardo e come si poteva facilmente immaginare, è entrata, scortata dai suoi gorilla, dall’ingresso secondario, di soppiatto come una ladra.

Non ha avuto il coraggio, la ministra, di fermarsi un attimo fra la gente che la contestava a ragione, si è precipitata dentro al suo arrivo di nascosto, così come è scappata via di corsa terminato il suo retorico discorso.

Ma ad accoglierla non c’erano gli sparuti 30 cittadini di cui ha scritto qualcuno.
C’erano le diverse voci del dissenso, c’era la sezione umbra di Programma 101, con un volantino per sostenere le ragioni del NO al referendum costituzionale di ottobre e la difesa della costituzione, e c’erano i truffati di Banca Etruria, dall’Umbria e dalla vicina Toscana, e c’erano cittadini arrabbiati e indignati che si fermavano passando.

Diversi i cartelli mostrati, da quelli per il NO al referendum costituzionale, a quelli ironici dei truffati della banca.

L’arrivo della Boschi è stato accompagnato da lunghi cori e comizi arrabbiati volanti via megafono.
Urla, fischi, cori «Non votate più il Pd. Dimettiti. Ladri. Buffoni. Vergognati. Renzi fascista.»
La contestazione, pacifica, è durata fino a quando la ministra è sgattaiolata via.

E’ stata accompagnata da una vera esplosione di indignazione, così che potesse capire che a Perugia non era affatto gradita la sua presenza.

Il nostro filmato della contestazione davanti al teatro in cui la Boschi ha aperto in Umbria la campagna per il Sì

da Marcia della dignità