Ci sarà modo, al III. Forum Internazionale No Euro, di ascoltare la delegazione tedesca sull’aria che tira in Germania e quindi capire meglio se davvero, non solo la Merkel barcolla ma, con lei, il sistema politico e sociale tedesco. Alternativa per la Germania (AfD) è davvero una minaccia per il sistema? E potrà la socialdemocrazia (SPD) fare ancora da stampella ai democristiani? Davvero la Germania, che tanti vantaggi ha ottenuto dall’euro e in seno all’Unione, sta per entrare in una fase di instabilità politica? E nel partito Die Linke, quanto è forte la posizione no euro di Oskar Lafontaine?

Ascolteremo i compagni tedeschi a Chianciano, intanto diciamo anche noi quattro cosette sulla nuova sconfitta elettorale della Merkel nella regione del Meclemburgo-Pomerania. Sconfitta cocente, malgrado i media si preoccupino di ridimensionarla a “campanello d’allarme”. Un flop sonoro non fosse che il sorpasso da parte di AfD è avvenuto proprio nel Land dove la Merkel ha il suo collegio elettorale.

Sempre i media si sforzano di presentare l’avanzata folgorante di AfD (nata solo tre anni fa) come il risultato della crescita dei sentimenti xenofobi dei tedeschi. Nulla di nuovo sotto il cielo: è la stessa chiave di lettura che adottano in altri paesi come la Francia, l’Austria, l’Olanda, per spiegare la Brexit, ecc. Ma è davvero questa la prima causa dell’avanzata delle forze politiche come AfD o il FN della Le Pen?

L’ostilità alla politica migrazionista della Merkel è certo un fattore che spiega il successo di AfD, ma non è il principale — l’avanzata dell’AfD è avvenuta anche a spese dei neonazisti del NPD, che non sono riusciti questa volta ad entrare nel parlamento locale. Non fosse perché la recente ondata migratoria in Germania  (oltre un milione nel 2015!) non ha sfiorato il Land del Mecleburgo-Pomerania, che ne ha ricevuti solo 23mila.

La ragione principale è il malcontento sociale causato dal profondo peggioramento delle condizioni materiali di vita dei lavoratori salariati e del ceto medio. Questo s’è visto in modo addirittura clamoroso nel referendum in Gran Bretagna, al punto che data la matrice sociale della Brexit qualcuno ha affermato che si è trattato di un “voto di classe”. Anche in Germania i cittadini iniziano a capire che c’è una evidente connessione causale tra la miseria che cresce, il welfare che va in pezzi, e le politiche liberiste di difesa dell’euro ad ogni costo.

Le elezioni in Meclemburgo sono una conferma chiarissima (per chi non abbia fette di prosciutto negli occhi) che la prima causa dei rovesci dei partiti euristi e sistemici è il voto di protesta degli strati sociali che stanno in basso.

Ricordiamo che il Meclemburgo è uno dei Land della ex-DDR, quindi annesso nel 1989 alla Germania ovest. Un’annessione che ha significato una vera e propria desertificazione sociale, e la situazione non è migliorata dopo la nascita dell’euro. Il Meclemburgo è qualcosa che rassomiglia ad una delle nostre zone depresse del Mezzogiorno, a conferma di squilibri enormi interni alla Germania.

Basta guardare il dato del Pil procapite.

La Germania ha un PIL pro-capite superiore a 30.000 euro annui, ma la distribuzione all’interno dei Länder è massimamente squilibrata.

Esempio. Il Land più ricco in Germania è Amburgo con un reddito pro capite pari a 52.713 € all’anno, seguito da Brema con 42.505 € all’anno, mentre la Baviera ed il Baden Wüttemberg sono rispettivamente al 4° e al 5° posto con circa 35.000 € all’anno. I Länder dell’ex Germania dell’Est, invece, hanno un reddito pro capite di circa 22.000 € all’anno. Solo Berlino è vicina alla media nazionale con 29.153 € pro capite all’anno.

Le differenze di distribuzione della ricchezza all’interno della Germania sono quindi molto più accentuate geograficamente rispetto all’Italia, dove tra Val d’Aosta e Campania passano circa 14.000 € di differenza, mentre tra Amburgo ed il Mecklemburg-Pomerania la differenza è di 31.000 €.

da sollevAzione