
«L’Unione Europea è irriformabile»
Marco Zanni (nella foto), combattivo europarlamentare del Movimento 5 Stelle, sarà uno dei protagonisti del III. Forum internazionale no euro. Lieti di pubblicare le ragioni della sua partecipazione.
PERCHÉ SARÒ AL III. FORUM!
Ho accettato, con molto piacere, l’invito da parte del Coordinamento europeo contro l’Euro per questo III forum internazionale.
Il mio contributo si snoderà tra l’esperienza quotidiana di Bruxelles e una più ampia visione e riflessione sul corso dell’Unione Europea, dell’Eurozona, sul futuro di questi fallimentari progetti di integrazione e sulle prospettive future per il nostro Paese. Ritengo questi eventi fondamentali per aprire il dibattito politico, accademico e sociale sulla moneta unica e sul futuro dell’Europa dopo l’Unione Europea.
L’aspra critica al modello unionista non può esimersi dal considerare la situazione mondiale che ha visto il ritorno, l’ascesa e l’imposizione, in particolare dagli anni ’80, del modello liberista, uscito sconfitto dopo la Seconda Guerra Mondiale e reintrodotto tramite i Trattati europei dalla finestra.
Se si riescono a capire le motivazioni della nascita di questo progetto, l’ideologia che sottende i trattati e il funzionamento delle sue istituzioni, si matura la consapevolezza riguardo l’irriformabilità dell’Unione Europea e la conseguente necessità di uno smantellamento che porti a un nuovo assetto istituzionale.
Fin dagli inizi degli anni ’60 (dopo le prime spinte atlantiste del dopo guerra con Monnet e Spinelli), il Piano Werner, il Serpente monetario e il Sistema Monetario Europeo (SME), individuano la chiara volontà delle élite europee di calare dall’alto e spingere una maggiore integrazione politica attraverso limitazioni di sovranità per gli Stati, soprattutto nel campo delle politiche monetarie, di bilancio ed economiche. Nonostante i non esaltanti risultati dal lato economico, la storia ha offerto il movente per il grande passo. La caduta del muro di Berlino in concomitanza alla nascita del “Comitato Delors” sono stati un nuovo e potente ossigeno per il progetto unionista. La paura di una nuova Germania unita e una smisurata ma voluta cultura del “totale ottimismo” riguardo l’integrazione europea hanno dato l’impulso decisivo ai lavori per costituire l’Unione Economica e Monetaria Europea, di cui l’Euro è l’architrave.
Il Trattato di Maastricht del 1992 e conseguentemente l’Euro sono stati i due colpi sovversivi che hanno minato e smantellato il modello economico voluto, dopo le due guerre mondiali, dai nostri padri costituenti, e marchiato a fuoco nella nostra Carta Costituzionale.
Sprofondiamo nell’ordoliberismo, nel liberismo “ordinamentale” che s’impadronisce lentamente e progressivamente delle istituzioni democratiche del Paese svuotandole di tutte le prerogative fondamentali e distruggendo quel modello di Stato basato sulla tutela universale del lavoro e del risparmio da parte dello stesso. Nel 2009, il nuovo Trattato di Lisbona, esplicita addirittura il modello di sviluppo socio – economico insito nei Trattati: l’ “economia sociale di mercato”, cioè l’ordoliberismo mercantilista di stampo germanico.
La moneta unica è la frusta delle élite europee, che obbliga, nel suo mal funzionamento, a “riforme strutturali” per adattarsi al modello impostato dai Trattati in palese contrasto con le Costituzioni sociali del dopoguerra.
L’Euro è diventato uno strumento di governo da parte di Bruxelles e delle élite europeiste su interi paesi. Abbiamo visto come la Grecia sia stata il più grande laboratorio sociale, politico e economico europeo: liberalizzazioni, distruzioni della domanda interna, svalutazione del lavoro e svendita del patrimonio pubblico. Il popolo e lo Stato greco sono stati schiacciati e umiliati nel nome dell’Unione Europea e della sua folle costruzione, ed oggi il Paese ellenico è diventata la prima colonia immolata al Dio euro. Uno Stato che non può decidere la propria politica fiscale e monetaria è uno stato che non ha futuro.
Per questo la sovranità nazionale e lo Stato-nazione, che il progetto unionista individua come causa di tutti i mali e ostacolo alla forzata integrazione verso un’Europa unita, in tutte le sue forme, è inscindibile dalla tutela dei diritti fondamentali che costituiscono l’essenza della democrazia costituzionale. Più il tempo passa più diventerà difficile e complicato ricostruire un nuovo progetto dalle macerie lasciate dall’UE: diventa quindi fondamentale creare in fretta un fronte comune che miri allo smantellamento di questo progetto criminale che è l’Unione Europea e che ha nella moneta unica il sui braccio armato più potente, al ripristino della democrazia in senso sostanziale esplicitata attraverso i dettami costituzionali e alla liberazione di un Paese che oggi si trova sotto una dittatura liberista orchestrata dai mercati.
L’Unione Europea e l’euro sono insostenibili e irriformabili per definizione, e come tutti i progetti imperialisti giungeranno a una conclusione e crolleranno, volontariamente o involontariamente: non perdiamo tempo e riuniamo tutti i patrioti che hanno denunciato e combattuto contro questo crimine per costruire una nuova Italia sovrana che si riprenda il posto di grande potenza economica e industriale mondiale che le compete.