«M5S si adopri affinché prenda vita, in vista delle prossime elezioni, un blocco politico costituzionale pronto a prendere in mano le redini del Paese».

Noi l’avevamo detto.
Non solo contri i “gufi”, anche contro coloro che negli ultimi giorni si stavano facendo prendere dal panico: (1) avremo una vittoria ampia e rotonda del NO, (2) Renzi si dimetterà e, (3) la legislatura non arriverà alla sua naturale conclusione, si voterà nel 2017.

Così è stato, così è, così sarà.

Da dove veniva tanta nostra sicumera? Da un’analisi lucida della situazione drammatica del Paese, dal fatto che la maggioranza del cittadini avrebbe usato le urne per lanciare un potente grido di protesta sociale. Contro chi? Non solo contro l’indisponente Matteo Renzi (ed il suo governo), ma contro il Palazzo, contro l’establishment, contro le élite che stanno nella stanza dei bottoni, contro le oligarchie europee e sovranazionali. Questo è infatti anche un implicito NO all’Unione euro-tedesca, che infatti ora è più traballante.

Il referendum lascia sul terreno anche altri cadaveri. La lista sarebbe lunga, ma due li vogliamo indicare: (1) la leggenda auto-razzista dei piagnoni per cui il popolo italiano sarebbe un popolo bue, assuefatto, docile, succube di chi comanda, incapace di alzare la testa; (2) la tesi che l’indignazione di massa sarebbe una paccottiglia…”antipolitica”. Mai voto popolare è stato più politico di questo.

Le urne ci hanno consegnato, assieme alla fotografia di un Paese in cui chi sta sotto non segue più chi sta sopra, un segnale di speranza, di ottimismo. Ce n’era bisogno dopo tanta auto-flagellazione. Una vittoria che ha del formidabile visti la potenza dello schieramento nemico ed il bombardamento martellante e senza precedenti dei media per il Sì.

La frattura è profonda, è sociale prima ancora che politica, è tra due blocchi sociali: quello di chi ancora se la passa bene, e preferisce la conservazione, e quello, maggioritario, di chi se la passa male e preme per un cambiamento radicale, anzi, una inversione ad U.

Adesso, come avevamo pronosticato, si entra in una nuova fase politica.

I poteri forti, italiani europei e sovranazionali, tenteranno di prendere tempo, di sostituire Renzi con un altro loro fantoccio. Cercheranno di evitare come la peste elezioni anticipate che ci darebbero un Parlamento conforme al risultato del referendum, che potrebbe dare vita ad un governo per la prima volta disobbediente ai grandi poteri oligarchici.

I teorici della “accozzaglia”, i pennivendoli di regime, ci dicono che dal NO non verrà fuori niente di buono per il Paese.

E’ invece possibile, certamente auspicabile, dopo un trionfo di tali proporzioni, che in vista delle prossime elezioni anticipate prenda forma un blocco costituzionale, un’alleanza politica che lanci la sfida e sia pronto a dare vita ad un governo popolare d’emergenza. E’ il Movimento 5 Stelle che deve fare la prima mossa. I pentastellati sanno che mentre la maggioranza degli italiani chiede un governo di alternativa, che essi da soli mai potranno governare il Paese. Ci auguriamo che ne prendano atto e la facciano finita con la politica, a questo punto pericolosissima, dell’autosufficienza.

M5S si adopri affinché prenda vita, in vista delle prossime elezioni, un blocco politico costituzionale pronto a prendere in mano le redini del Paese.

da sollevAzione