Terrorismo e senso del ridicolo

Babbo Natale ha consegnato ai cittadini europei il regalo più atteso. Chi se lo può permettere può trascorrere vacanze felici.

Non si tratta della fine della più grave crisi economica, della cessazione delle politiche austeritarie che affamano gli esclusi, del rovesciamento del criminale potere oligarchico, né di una ritrovata speranza nel futuro.

Cristo non risorge una seconda volta.

Di che tratta allora? Ma dell’uccisione del tunisino Anis Amri.
LA STAMPA di ieri rasentando il ridicolo, esulta: «Ucciso dalla nostra Polizia un pericolosissimo terrorista jihadista».

“Pericolosissimo terrorista jihadista” uno che per compiere un attentato non riesce a fare altro che mettersi alla guida di un Tir per schiantarsi sulla folla innocente?

Ma andiamo!
E se fosse stato a capo di un gruppo ben organizzato e dotato di potenti esplosivi ed armi automatiche cosa avrebbero detto i nostri pennivendoli? Che Bin Laden era resuscitato? “Era come un fantasma”, ha affermato il questore di Milano Antonio De Iesu. Leggi: solo, sbandato, braccato, disperato.

Uno che vaga alle tre di notte, si finge calabrese e viene trovato «Senza documenti, senza libri o testi scritti, senza telefono, con pochi soldi e pochissimi effetti personali. Ma con una pistola in tasca». [ANSA] Una pistola, per la precisione, calibro 22, leggi scacciacani. “Pericolosissimo terrorista jihadista”? ma andiamo!

I più si bevono la narrazione della stampa imperialista. Quelli che non ci credono preferiscono abbeverarsi alla fonte inesauribile made in USA della conspiracy. Sono già in azione da giorni, ed ovviamente impazzano nel web. 

Non potendo sostenere che la strage di Berlino — le nostre condoglianze ai familiari di Fabrizia De Lorenzo — se la sia fatta la Merkel, quale servizio segreto l’avrà commissionata? Magari la Cia? O l’Arabia saudita? L’Emiro del Qatar? C’è sempre, dentro un evento tragico, qualche dettaglio oscuro con cui i complottisti giustificano la loro contro-versione.

In comune con la retorica narrazione mainstream la conspiracy ha questo: che pone l’inessenziale come essenziale, che rifiuta di comprendere la complessità, quali siano le forze telluriche che muovono la storia, perché mai alcune di queste, all’apice della modernità, rivestano nuovamente panni religiosi. Accomuna infine dominanti e complottisti la loro ostinata indisponibilità a capire, non solo il caos, ma l’altro da sé: ciò che per i primi è “irrazionale follia” per i secondi è solo il travestimento della diabolica ragione dominante. In tutti e due i casi cambia l’ordine dei fattori, il risultato è lo stesso.

Che lo Stato islamico abbia rivendicato la strage di Berlino e reso onore al suo “soldato” la dice lunga sul cieco takfirismo apocalittico di questa organizzazione.

Takfirismo? “E che cazzo significa?”

Desolati. La storia recente — e non intendiamo dieci anni ma cento oramai — mostra con sufficiente chiarezza che è del tutto inutile spiegare i colori ai ciechi, la musica ai sordi, e l’Islam agli islamofobi. Tempo perso spiegare il nocciolo tenebroso che cova nell’Islam storico, le cause sociali e culturali della radicalizzazione di decine di migliaia di giovani, arabi e non solo, le ragioni profonde del fanatismo religioso anticristiano, dell’odio irriducibile verso tutta la civiltà occidentale, compresa la sua propaggine russa. Vano segnalare quanto profondo sia lo sdegno per l’ecatombe di Aleppo — che non porrà fine alla mattanza confessionale siriana.

E dato che il tempo è prezioso inizio finalmente la lettura, inshallah, de “Il mistero dei custodi del mondo”, del grande mistico islamico Ibn Arabi.

da sollevAzione