Riceviamo e volentieri pubblichiamo dai compagni del SI COBAS questo Comunicato stampa. Esprimiamo la nostra solidarietà al compagno Aldo Milani [nella foto].

Il SI Cobas nazionale esprime profondo sconcerto riguardo alle modalità con cui i principali organi di stampa e radiotelevisivi hanno affrontato e diffuso la vicenda dell’arresto del nostro coordinatore nazionale Aldo Milani.

Fin dalle prime ore successive ai provvedimenti cautelari abbiamo assistito a una gogna mediatica a senso unico, frutto di congetture, false interpretazioni dei fatti ed erronee attribuzioni di responsabilità, nel quadro di un utilizzo smodato, improprio e a nostro avviso strumentale del video prodotto dalla Questura di Modena in cui viene immortalata la consegna della busta contenente soldi dalle mani dell’imprenditore Levoni a quelle del consulente-faccendiere Piccinini (scopriamo come quest’ultimo era stato pagato con 10 mila euro dagli stessi Levoni dopo il primo incontro a metà dicembre del 2016 con il SI Cobas).

Cosa ben più grave, la quasi totalità degli organi di comunicazione hanno presentato il signor Piccinini come “sindacalista del SI Cobas”, non si capisce sulla base di quale fonte informativa. Tale informazione, che abbiamo dimostrato anche nelle sedi competenti essere palesemente falsa, costituisce una grave lesione all’immagine e all’onorabilità della nostra organizzazione sindacale: una onorabilità che il SI Cobas si è saputo conquistare con anni di dure lotte e vertenze in primo luogo nei magazzini della logistica, veri e propri laboratori di supersfruttamento della forza lavoro (in prevalenza immigrata e dunque fortemente ricattabile) ad opera di finte cooperative senza scrupoli e nel processo contro Fca, vinto da cinque lavoratori licenziati iscritti all’organizzazione.

In casi analoghi, di fronte ad errori così palesi e clamorosi nella narrazione degli avvenimenti di cronaca, è prevista l’obbligatorietà della smentita e/o della rettifica con la stessa enfasi data alla prima (erronea) versione dei fatti.

Relativamente al merito della vicenda, ci preme altresì precisare che per quanto il tribunale di Modena abbia confermato le misure cautelari per entrambi gli indagati, la decisione di prescrivere per Milani un provvedimento più lieve (obbligo di dimora in luogo degli arresti domiciliari) costituisce già un indizio importante della totale estraneità del coordinatore nazionale SI Cobas alle accuse di estorsione nei confronti del gruppo Levoni.

Riguardo a quest’ultimo, presentato dalla stampa unicamente nelle vesti di vittima, ci sorprende come sia possibile che i principali organi di informazione non tengano in alcun conto del fatto che Modena è al primo posto nell’evasione fiscale (86%), i motivi degli innumerevoli scioperi ed agitazioni sindacali portate avanti dai lavoratori delle ditte in appalto Alcar Uno e Global Carni, prima sfruttati in barba alla benchè minima tutela prevista dal CCNL vigente, con turni bestiali e salari da fame, poi licenziati illegittimamente e in base a condotte antisindacali e discriminatorie, infine defraudati finanche degli ammortizzatori sociali previsti in quanto i loro datori di lavoro, già da noi denunciati per frode fiscale, per anni non hanno versato i contributi INPS…

Al riguardo disponiamo di una mole sterminata di materiale e di atti che comprovano quanto affermiamo.

Rivendichiamo dunque con forza il nostro diritto a chiedere la rettifica e la smentita delle “narrazioni tossiche” fatte circolare con insistenza sul conto del SI Cobas nelle scorse ore, nonchè di poter esercitare il diritto di replica nel merito dell’intera vicenda riguardante le lotte sindacali in corso nel comparto macellazione carni di Modena.

SI Cobas nazionale