A proposito di finti sovranisti…
«Darei l’ultima possibilità all’Europa di cambiare tutti i Trattati che riguardano l’agricoltura, la pesca, le banche, il commercio, il turismo l’immigrazione. O l’Europa cambia e ha un senso continuare a pagarla, oppure gli italiani debbono tornare a fare gli italiani, per la moneta vale lo stesso discorso».
Questo ha testualmente affermato il segretario della Lega Matteo Salvini, intervistato da Giovanni Floris per la puntata di Di martedì del 13 giugno su La7, ovvero subito dopo il primo turno delle amministrative.
L’abbandono dell’obbiettivo dell’uscita unilaterale dall’eurozona da parte di Salvini è stato interpretato dai media come il segnale che la Lega salviniana si appresta, al netto del gioco delle parti, a fare pace con Silvio Berlusconi, il quale ha fornito un bell’assist a Salvini per salvare la faccia. Quale? Berlusconi ha ripetuto anche in queste ultime ore che Forza Italia farà della moneta parallela (a corso interno) e della flat tax i due cavalli di battaglia della campagna elettorale.
In verità le cause dell’ormai certo ritorno all’ovile di Salvini sono anche altre, non solo quel che han detto le urne delle amministrative — che poi, andiamoci piano che il centro-destra avrebbe il vento in poppa; più che altro sta schiantando il Pd. La prima causa è stata la sconfitta, cocente, della Le Pen in Francia, la quale ha dimostrato che le attuali destre “sovraniste” sono incapaci, per limiti congeniti, a conquistare la maggioranza dei consensi. Sì, la sconfitta della Le Pen è stata una mazzata alle ambizioni salviniane.
La seconda causa ci parla delle vicende interne alla Lega stessa. Salvini ha vinto il congresso, ma solo sulla carta, poiché ha dovuto condividere la vittoria con i vecchi notabili alla Maroni i quali figurati se vogliono uscire dall’euro!
Infine non va dimenticato che, a quanto ne sappiamo, la proprietà del simbolo della Lega è, indovina di chi? … di Silvio Berlusconi. Un’arma formidabile del Cavaliere per tenere al guinzaglio Salvini, che ove facesse sul serio dovrebbe andare alle elezioni con un simbolo diverso. E allora addio 15%.
A mettere in chiaro le cose e a derubricare lo pseudo-sovranismo della Lega ci ha poi pensato la vera eminenza grigia della Lega, Giorgetti il quale, intervistato dal Corriere della Sera di domenica scorsa a domanda ha risposto:
D. Voi volete uscire dall’Europa, Forza Italia no.
R. «Non siamo sciocchi, sappiamo bene che questo apre questioni delicate. Però occorre rivedere Maastricht in modo significativo. È nato in camera iperbarica, astratto, prima della globalizzazione. Dublino è nato prima delle guerre. La cosa giusta, non mi pare rivoluzionaria, è riscrivere i trattati: è possibile non uscire dall’euro purché si riscriva Maastricht. Lei guardi il paradosso Draghi… ».
Chiaro no?
Speriamo che ciò serva da lezione a quegli amici sovranisti che sulla Lega, via Borghi Aquilini, avevano riposto tante vane aspettative. Non si tratta solo di soggetti politici, ma pure di bravi economisti e giuristi.
La lezione è semplice: per rompere le catene dell’euro occorre prima spezzare ogni sudditanza verso la grande borghesia italiana, le grandi banche, la Confindustria, le varie mafie dominanti. Non lo fa certa la sinistra sinistrata, figuriamoci se questa rottura la faranno a destra!