«L’uomo non è veracemente uno, ma veracemente due»

Chi ci segue sa quanto alta sia la stima che nutriamo per  Emiliano Brancaccio. Si tratta di uno dei più brillanti economisti eterodossi che circolino nel nostro Paese. Chi ci segue sa anche che difendemmo la tesi della “uscita da sinistra dall’euro” — tanto bistrattata da Alberto Bagnai per il quale, siccome l’euro è un “regime nazista”, qualsiasi uscita sarebbe salvifica, a prescindere da chi l’avesse determinata e pilotata.

Brancaccio tuttavia non è solo un ottimo economista, è anche un fine intellettuale politico marxista. E qui sta il problema. Che la sua saggezza nell’arte della politica sembra essere inversamente proporzionale alla sua sapienza nel campo della scienza economica. Ma cos’è la saggezza in politica? Per chi detiene il potere la capacità di conservarlo, neutralizzando le spinte eversive. Per chi invece vuole sovvertire l’ordine di cose esistente è la destrezza con cui sa trasformare una moltitudine eterogenea tenuta in stato di sudditanza in un potente movimento in grado di prendere e conservare il potere.

Ma veniamo a noi. Il numero in edicola de L’ESPRESSO ospita un intervento di Brancaccio dal titolo La sinistra è malata da quando imita la destra.  Il discorso si può facilmente riassumere come segue: le idee socialiste sono entrate in crisi quando governi di sinistra hanno applicato in economia le regole dei liberisti. E ora i progressisti rischiano di scomparire nel tentativo di emulare un’altra destra, quella xenofoba.

Sulla prima asserzione inutile sprecare fiato quanto è autoevidente. E’ la seconda quella che ha attirato la nostra attenzione. Quale sarebbe la sinistra che rischia di sparire perché emulerebbe la destra xenofoba? Sentiamo:

«La tendenza a scimmiottare l’avversario politico tuttavia non si esaurisce nella emulazione dei liberisti. C’è infatti una nuova tentazione che caratterizza la più recente propaganda della sinistra europea di governo e che a sprazzi sembra affiorare anche tra gli slogan delle forze emergenti guidate da Corbyn e da Melenchon, apertamente critiche verso le vecchie apologie del libero mercato. E’ la tentazione di emulare un’altra destra, quella xenofoba, proprio sul tema dell’immigrazione.
Segnali di questa forma inedita di camaleontismo si rintracciano anche in Italia, dove sempre più frequentemente il Partito democratico sbanda nella direzione delle più triviali rivendicazioni securitarie contro l’immigrazione, e dove in alcune frange della cosiddetta sinistra radicale montano istanze xenofobe che si pretende di giustificare con l’idea secondo cui gli immigrati contribuirebbero ad abbassare i salari e le condizioni di vita dei lavoratori nativi. Anche in tal caso, a nulla valgono le evidenze scientifiche sull’assenza di legami causali tra immigrazione e criminalità e sui controversi e modesti effetti dei flussi migratori sulle dinamiche salariali. Considerato che anche la tesi opposta secondo cui gli immigrati sarebbero essenziali per la sostenibilità del sistema previdenziale presenta varie inconsistenze logiche ed empiriche, si deve giungere alla conclusione che a sinistra in tema di migrazioni non si fa che saltare da una mistificazione all’altra.
Se al guinzaglio della destra liberista la sinistra è entrata in crisi, in coda alla destra xenofoba la sinistra rischia di sparire dal quadro politico internazionale. La sinistra può prosperare solo se radicata nella critica scientifica del capitalismo, nell’internazionalismo del lavoro, in una rinnovata idea prometeica di modernità e di progresso sociale e civile».

Lasciamo stare il biasimo di striscio al Pd. Brancaccio nella sua censura tira in ballo come filo-xenofobi sia Corbyn che Melenchon — di passata, ci risulta che solo questo blog abbia dato risalto alle loro giuste posizioni contro l’immigrazione di massa e l’accoglientismo indiscriminato. Un’accusa molto grave e del tutto sballata. Viene da chiedere al Nostro: risulta forse che il Labour di Corbyn o France Insoumise stiano rischiando di sparire? Le evidenze ci dicono esattamente il contrario: mentre loro godono di ottima salute, stanno sparendo e spariranno le sinistre dell’accoglienza indiscriminata, le sinistre transgeniche che hanno abbracciato il filantropismo umanitario e la metafisica dei valori morali, coi “no border” che rifiutano per principio ogni sovranità nazionale che fanno da gregari — quella “sovranità nazionale”, quella che a Brancaccio fa venire l’orticaria…

Quindi il Nostro, in abiti pontificali, lancia la scomunica contro presunte “frange della cosiddetta sinistra radicale montano istanze xenofobe“.

“EMILIÀ, MA TU TI RIFERISCI A NOI?”

Non ci risulta infatti che oltre a questo blog e a Programma 101 ci siano a sinistra organizzazioni che ritengono l’immigrazione di massa insostenibile, foriera di disastri sociali, e che rifiutino il filantropismo accoglientista.
Per questo saremmo “xenofobi” Emilià? Suvvia, siamo seri!

Rivelatrice la conclusione della paternale:
«La sinistra può prosperare solo se radicata nella critica scientifica del capitalismo, nell’internazionalismo del lavoro, in una rinnovata idea prometeica di modernità e di progresso sociale e civile».

La sinistra può “prosperare” (?) non solo se radica nella critica scientifica al capitalismo ma se fa sua un’idea prometeica di modernità e di progresso sociale e civile?
In due righe Brancaccio esibisce il suo intellettualismo, ma un intellettualismo scolastico, che è un’altra prova che ben poco resta a sinistra del patrimonio gramsciano, del Gramsci che scrisse dell’Ottobre ’17 che si trattava di una “rivoluzione contro il capitale” (quello di Marx). Lenin, Mao, Ho Chi Minh vinsero in virtù della “critica scientifica al capitalismo”? Vinsero (non “prosperarono”) grazie alla loro capacità di agire sulle contraddizioni reali e non quelle immaginarie, al saper parlare al cuore delle masse, alla maestria con cui seppero usare parole d’ordine e obbiettivi che la vecchia dottrina non contemplava, grazie dunque alla loro creatività politica e al loro senso pratico.

Come non notare, infine, come il Nostro mostri la sua subalternità ai paradigmi progressisti e modernisti che hanno portato la sinistra alla consunzione — che è in nome loro se vennero accettate tutte le porcherie liberiste.
Altro che di modernismo prometeico l’umanità ha oggi bisogno. Qui c’è bisogno invece di tirare il freno a mano di un “progresso” che ci conduce nell’abisso.

da sollevAzione