Catalogna: chi festeggia?

Tutto come previsto, o quasi, in Catalogna. I risultati delle urne non hanno riservato sostanziali sorprese rispetto ai sondaggi.
Vediamoli in dettaglio, confrontandoli con quelli delle precedenti elezioni del 2015.

Ciudadanos — 25,4%  37 seggi 
Elezioni 2015 17,9%  + 12 seggi

JuntsxCat 21,65%  34 seggi
ERC 21,4%  32 seggi
[nelle Elezioni 2015 JuntsxCat e ERC erano nel blocco JxSì ottenendo 62 seggi] + 4 seggi

Psc 13,9% 17 seggi
Elezioni 2015 12,7%  + 1 seggio

CatComù-Podem 7,5% 8 seggi
Elezioni 2015 8,9%  – 3 seggi

CUP 4,45% 3 seggi
Elezioni 2015 8,2%  – 6 seggi

Partido Popular 4,2% 3 seggi
Elezioni 2015 8,5%  – 8 seggi

Il blocco dei partiti indipendentisti ha ottenuto quindi una risicata maggioranza assoluta: 70 deputati sui 135 totali (ne avevano 72). Davanti ai 4 seggi guadagnati dai due partiti catalanisti maggiori — Junt per Catalunya di Carles Puidgemont e la Esquerra Repubblicana de Catalunya di Oriol Junqueras — ci sono i 6 seggi persi dalla sinistra radicale della CUP (Candidatura d’Unitat Popular).

Ergo: la radicalizzazione della linea indipendentista ha premiato le due forze di ispirazione liberista ed europeista ed ha severamente punito l’estrema sinistra. Se si considera che la CUP ottenne, nelle elezioni del 2015 l’8,5% dei voti, abbiamo che ha subito il dimezzamento del suo elettorato. Una sconfitta che sospettiamo apra le porte ad una profonda crisi di questo movimento.

Nel blocco dei partiti spagnolisti, a fronte del vero e proprio crollo dei popolari di Rajoy, spicca l’avanzata annunciata di Ciudadanos della Ines Arrimadas, partito che del liberismo europeista è in assoluto la punta di lancia.

Può non piacere ma assumendo la tradizionale tassonomia destra-sinistra abbiamo che le urne catalane ci consegnano un’avanzata delle destre liberiste, egemoni in entrambi i fronti. Controprova fattuale CatComù-Podem, ovvero la né-carne-né pesce branca catalana di Podemos, non avanza e subisce anzi una sconfitta, perdendo 3 seggi, malgrado sia al governo a Barcellona con la sindaca Ada Colau.

Chi dunque festeggia davvero visti questi risultati? Festeggiano, al netto della crisi istituzionale e politica che potrebbe rovesciarsi sul governo Rajoy, l’oligarchia eurista e la casta dei tecnocrati di Bruxelles e Francoforte.

da sollevAzione