Con la solita maniera pretesca di parlare del peccato ma non del peccatore, il sito Megachip affida una risposta alle ragioni della Confederazione per la Liberazione Nazionale (Cln) al giornalista Glauco Benigni. Ovviamente questo metodo non è casuale, visto che esso consente di dilungarsi in lungo e largo senza mai entrare veramente nel merito delle tesi che si vorrebbero contestare. Tuttavia, pur preferendo parlare di «un vasto arcipelago di gruppi», l’articolista non riesce a nascondere come il vero bersaglio sia la Cln, e più precisamente le motivazioni che ci hanno portato a dissociarci apertamente dal percorso della “Lista del popolo”(Ldp).
Noi, in ogni caso, non seguiremo questo metodo, ed andremo invece subito al dunque.
E qual è il “dunque”? E’ che si cerca in tutti i modi di parlar d’altro, pur di far scivolare in secondo piano la necessità di liberarsi dalla gabbia dell’Unione europea e dell’euro.
Naturalmente, quelle del Benigni non sono posizioni personali. Esse cercano invece di dare una qualche dignità al nyet di Giulietto Chiesa ad ogni messa in discussione dell’appartenenza dell’Italia tanto all’UE quanto all’Eurozona. Un nyet certo non smentito dai leggendari balbettii politici di Antonio Ingroia, ed invece senza dubbio benedetto dal terzo padrone della “Lista del Popolo”: quell’Alberto Micalizzi inopinatamente assurto al ruolo di grande consigliere economico della lista.
Ma veniamo a quel che scrive il Benigni. La sua tesi è che, siccome il sovranismo ha da costruirsi come “grande mosaico”, bisogna lasciar da parte la questione europea per occuparsi di (cito alla rinfusa) Google e Ryanair, dell’e-commerce e della Nato, delle agenzie di rating e del controllo della finanza.
Questo modo di procedere si chiama “prendersi per i fondelli”, ma siccome affinché il giochino riesca bisogna essere in due, temo per il Benigni che il suo tentativo sia destinato al più mesto dei fallimenti.
Ora, quale sovranista costituzionale (quali noi siamo) non si occuperebbe di questi temi? Chi di noi sottovaluta la settantennale lesione alla sovranità nazionale rappresentata dall’appartenenza alla Nato? Chi non avverte il peso dei giganti del web e del commercio elettronico? Chi non sa per quali interessi giochino le agenzie di rating? Ma per favore…
Il problema è evidentemente un altro, ed è che siamo in Europa. E qui dove siamo è perfettamente inutile parlare del dominio della finanza, con annessi e connessi, se non si comprende, si denuncia e si opera per liberarsi da quella gabbia che è stata concepita proprio per essere il regno della finanza e del mercato, cioè della progressiva lesione di ogni diritto dei popoli. Questa gabbia è l’UE, e l’euro è il suo principale strumento di distruzione di quanto conquistato in decenni di lotte.
Tuttavia, noi della Cln, non siamo fissati con l’euro. Ed infatti abbiamo sempre detto e scritto che uscire dalla moneta unica è solo una condizione necessaria, ma non ancora sufficiente, per uscire dalla crisi e dallo stato di colonia in cui sta progressivamente precipitando il nostro Paese. Ci vanno perciò bene tutti gli altri obiettivi indicati dal Benigni. Ma essi sono perseguibili restando nella gabbia eurocratica? Suvvia, cerchiamo di essere seri.
In ogni caso, noi – lo ribadiamo per l’ennesima volta – non abbiamo proposto ad Ldp il nostro programma. Abbiamo invece proposto di cancellare almeno l’impronta altreurista emersa nella seconda stesura del programma della lista. Ad esempio abbiamo proposto di togliere di mezzo passaggi demenziali come questo:
«Non siamo anti-europei. Al contrario vogliamo che l’Italia contribuisca a creare una entità europea capace di svolgere un ruolo cruciale in un mondo multipolare in difesa della pace. Se isolati, gli attuali stati europei saranno travolti dall’azione dei giganti mondiali, senza poter opporre resistenza».
La tesi secondo cui gli stati nazionali – in quanto troppo “piccoli” – non possano avere alcun ruolo nel mondo attuale è il primo ed il principale argomento di tutti i fautori della globalizzazione. Che esso venga ripreso come nulla fosse da una lista che per altri versi si definisce sovranista è una cosa che si commenta da sola, parlandoci più che altro della solidità di questo tentativo e della serietà dei suoi promotori (a questo punto dovremmo dire, padroni).
Costoro hanno tuttavia le loro convinzioni. Scrive infatti il Chiesa che non si deve ritornare agli Stati nazionali, che «l‘Italia sarebbe comunque destinata a sparire dal contesto delle forze che possono influire sui destini mondiali». Bene, cioè malissimo. Le opinioni ovviamente le rispettiamo, ma che c’azzecca questo eloquio “politically correct” con il sovranismo costituzionale?
Ovviamente nulla. Non ci interessa qui ragionare sul perché di questa mega contraddizione interna alla “Lista del popolo”. Possono esserci tante ragioni, ma forse la più ovvia è anche la più vera: si tratta probabilmente di mera imperizia politica.
I due promotori sono evidentemente convinti di poter sfondare grazie alla loro immagine pubblica. Il programma, le parole d’ordine, il profilo politico della lista, tutto ciò è visto come un orpello secondario, se non addirittura come una possibile zavorra che potrebbe far perdere consensi. Da qui la scelta altreurista – siamo contro questa Ue, ma ne vogliamo subito un’altra; l’euro ha creato problemi, ma non dobbiamo uscirne; i Trattati fanno schifo, ma ne vogliamo di nuovi. Tutto ciò per non prendere atto dell’assoluta, totale ed immodificabile irriformabilità dell’Ue e della sua moneta. Insomma, “Lista del popolo” come tante altre liste: tutte critiche, ma nessuna coerente in materia europea.
Chiarito che questo è il nodo politico, e dunque la ragione della rottura della Cln con Ldp, resta però un altro fatto. Ci è toccato infatti sentir dire che quello dell’euro sarebbe un argomento divisivo, che una parte degli italiani non ne vuol sentir parlare. Ovvio che sia così. E allora? C’è una parte e ce n’è un altra – quella che nessuno rappresenta e che di certo non rappresenterà Ldp – quella di chi è a favore dell’uscita dalla gabbia europea.
Secondo diversi sondaggi (leggi ad esempio QUI, QUI e QUI) questa parte va da un terzo alla metà degli italiani. E – cosa ancora più interessante – è in costante crescita.
Ma che ci dice a tal proposito il Benigni? Egli ci dice che i due temi UE ed euro sono pericolosi perché, testuale: «probabilmente dividono l’Italia al 50%». Il 50%, avete capito bene. Il 50%!!! Percentuale evidentemente rischiosa da rappresentare per Ldp che notoriamente punta sul 60-65% dei consensi…
Ora qui davvero non si sa se ridere o se piangere. I due promotori ragionano infatti come il politicantume da talk show: quanti voti mi fa perdere la tal frase, quanti me ne fa guadagnare, forse è meglio se sto zitto e non scontento nessuno.
A parte il fatto che un simile modo di ragionare ci ripugna, ma chi credono d’essere costoro, i capi di un partito che essendo ad un passo dalla vittoria sentono di dover rassicurare prima ancora che convincere? In tutta sincerità non possiamo pensare ad un simile grado di megalomania. Resta tuttavia il fatto che chi vorrà uscire dalla palude dello zerovirgola dovrà almeno lanciare un messaggio forte. Quel messaggio che in Ldp non c’è, ma – peggio, vedi l’articolo del Benigni come le affermazioni del Chiesa – si teorizza pure che non dovrà esserci.
Insomma, un autentico autogol politico quello di Ldp. Certo, molto meno importante di quello messo a segno dal Pd di Renzi con la legge elettorale a firma Rosato, ma pur sempre pittoresco assai. Si vede che per certe cose è l’annata buona.