Per uccidere i comandanti talebani, il governo di Kabul massacra centinaia di civili

Il 2 aprile 2018 le forze aeree del governo afghano hanno preso di mira un incontro nel distretto di Archi della provincia di Kunduz in Afghanistan e hanno ucciso e ferito centinaia di civili tra cui decine di bambini. La riunione pubblica è stata organizzata in un’area sotto il controllo dei talebani, dove migliaia di persone hanno partecipato a una cerimonia di laurea. Alcuni dei comandanti e militanti talebani erano tra i partecipanti al raduno.

Le dichiarazioni del palazzo presidenziale e quelle del Ministero della Difesa giustificano spudoratamente la loro brutale operazione militare e l’uccisione di oltre 60 civili oltre a 150 feriti. Il governo ha condiviso con i media un elenco di comandanti talebani che sono stati uccisi negli attacchi aerei del 2 aprile per dimostrare di aver preso di mira il posto giusto e le persone giuste! Tuttavia, i residenti del distretto di Archi, le persone ed i bambini feriti, le relazioni degli ospedali di Kunduz dimostrano che l’85% delle vittime sono civili, bambini e studenti.

Secondo le Convenzioni di Ginevra e lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, colpire civili ed attuare attacchi aerei ciechi che provocano vittime e perdite ai civili, è un crimine di guerra e gli autori devono essere processati.

Il governo dell’Afghanistan, con l’uccisione di pochi comandanti talebani, non sarà riconosciuto innocente, avendo provocato 60 morti e 150 feriti civili e bambini nella stessa operazione. Taliban e Daesh offrono anch’essi la stessa scusa per i loro attacchi suicidi mentre prendono di mira le forze di sicurezza del governo. Ma il numero effettivo delle vittime dei civili è dieci volte di più di quello delle forze governative.

In seguito alle proteste dei residenti di Archi, ed alle immagini sui media dei corpi morti e feriti di decine di bambini e centinaia di altri civili, il governo dell’Afghanistan, la missione di assistenza dell’ONU in Afghanistan e la Commissione indipendente per i diritti umani in Afghanistan hanno incaricato una commissione per indagare sul caso e fornire una relazione!

In realtà questo non è il primo caso di crimini di guerra commessi dal governo afgano o dalle forze USA/NATO. Nel settembre 2009 le forze tedesche nella provincia di Kunduz hanno chiesto alle forze americane di bombardare e uccidere 125 civili, poiché li sospettavano come forze talebane.

Nel 2015, le forze statunitensi colpirono un ospedale appartenente a Medici senza frontiere nella provincia di Kunduz, dove decine di pazienti furono bruciati e uccisi nell’attacco aereo. Allo stesso modo, ci sono tanti altri esempi di vittime civili in altre province in cui raduni pubblici e cerimonie nuziali sono stati presi di mira dalle forze della NATO e dal loro regime fantoccio di Kabul. Per ognuno di questi casi, il governo afgano e i suoi sostenitori Nato hanno designato una delegazione per indagare la questione, ma nessuno è mai stato processato e nessun risarcimento è stato dato alle vittime e alle persone danneggiate.

Dal momento che la strategia statunitense per l’Asia del Sud e l’Afghanistan è stata dichiarata dal governo Trump, vi è un aumento regolare nel grafico delle uccisioni di civili e delle violenze in Afghanistan.

La Sinistra Radicale dell’Afghanistan (LRA) denuncia la brutale operazione militare del governo afghano e delle forze statunitensi in Afghanistan e chiede la protezione dei civili in qualsiasi situazione in qualsiasi momento.

L’LRA crede che l’agenda di guerra dell’imperialismo USA in Afghanistan, l’escalation delle operazioni militari e l’uccisione di persone alla cieca non contribuiranno a ripristinare la pace; certamente si amplificherà il conflitto provocando perdite irreparabili ai civili. Finché la brutalità contro i civili viene aumentata dai partiti della guerra in Afghanistan, la resistenza anti-occupazione crescerà ed entrerà in una nuova fase di lotta.

Left Radical of Afghanistan (LRA)
Afghanistan- 4 aprile 2018

da Anti-imperialist Camp

Traduzione a cura della redazione