Pare che Berlusconi abbia teso una trappola a Salvini. Pare che ieri mattina il puttaniere gli abbia assicurato un “appoggio esterno” ad un governo con i Cinque Stelle. Così Salvini comunica questa “disponibilità” a Di Maio il quale, tutto contento, va dalla Casellati, che invece gli comunica che né i forz’italioti né i fratellastri d’Italia avrebbero mai accettato di dare la fiducia ad un governo con Di Maio Presidente del consiglio.
POPULISTI FARLOCCHI
Stiamo ai fatti: M5S e Lega hanno i numeri per governare da soli. Se solo volessero avrebbero già trovato l’accordo ponendo fine a questa stucchevole pantomima della “consultazioni”. Perché non si decidono? Perché non rispettano la richiesta di una svolta venuta dalle urne? Risposta: perché non hanno il coraggio di rompere davvero con le élite eurocratiche, le quali han fatto capire che tra le diverse opzioni sulla carta possibili, proprio quella di un governo M5S-Lega è quella che scongiurano e, semmai avvenisse, si metterebbero di traverso. Dario Franceschini, per nome e per conto delle élite dominanti, l’ha detto chiaro e tondo: “Il Pd deve evitare in ogni modo un governo M5S-Lega”. [LA STAMPA del 16 aprile]
L’UOVO DI COLOMBO
Se solo Di Maio e Salvini avessero coraggio l’accordo lo farebbero in due minuti. Salvini dovrebbe mollare Berlusconi e Di Maio dovrebbe accettare un Presidente del consiglio che non sia lui. Non è dunque vero che manchi la soluzione, manca l’audacia di rispettare il mandato ricevuto da un popolo che col voto non ha solo chiesto di cambiare l’orchestra ma pure la musica. Qual è il contrario di audacia? La codardia.
Si ricordi l’avviso sinistro di Macron che l’Europa può precipitare in una “guerra civile”. Non si pensi sia una boutade. Egli ha espresso ciò che si pensa ai piani alti, dove sanno che dovendo essi stringere la garrota attorno al collo dei popoli, entreremo in un periodo durissimo e di grandi turbolenze.
Ai dominanti non mancano né idee chiare, né audacia. I dominati invece rischiano di giungere ala guerra disarmati, con alla testa generali “populisti” esitanti e pusillanimi.