La percezione che  Salvini e Di Maio abbiano imboccato la via per chiudere l’accordo, peggio ancora, che alla sua base ci sia lo schema diffuso ieri sera, ha seminato il panico nei circoli della classe dominante.

Prima le tre pesanti minacce venute da Bruxelles (il vicepresidente della Commissione UE Valdis Dombrovskis, poi l’altro vicepresidente della Commissione Europea Jyrki Katainen, infine il commissario Dimitris Avramopoulos)  per cui a Roma non è permesso sgarrare — il debito dovrà scendere di 2,8 punti percentuali di Pil. Giù anche il deficit per lo 0,6% del Pil.
Quindi a ruota si è scatenata la campagna di aggressione.

Pennivendoli,  intellettuali mezze tacche, intossicatori seriali dell’opinione pubblica, economisti da strapazzo: tutti — con toni spocchiosi per nascondere la loro collera — a dare addosso a Salvini e Di Maio. Obbiettivo: spaventare non solo i cittadini ma gli artefici dell’eventuale governo giallo-verde.

Una sceneggiata indegna, da Paese delle banane.

Hanno visto giusto, i nostri compagni, quando un mese fa, nel dare un titolo all’incontro che si svolgerà domani a Roma si sono decisi per “VINCERE LA PAURA”.

I feldmarescialli euro-tedeschi, in combutta con gli squali della finanza globale, spalleggiati dalle guide indiane e dai Gaulaiter italioti hanno infatti già iniziato la campagna della paura. Nella grafica sotto abbiamo ricomposto un piccolo collage che dà la misura della campagna di paura scattata già questa mattina. Tutti, ha praticamente coinvolto tutti gli organi di dis-informazione.

E sembra che abbiamo visto giusto, contro grilli parlanti, sinistrati e gufi d’ogni sorta, nel comprendere per primi la portata enorme della partita che si è aperta col 4 marzo. Eravamo nel giusto, immediatamente dopo il 4 marzo, ad augurarci un governo giallo-verde.

La campagna di paura è solo l’antipasto. Il peggio deve ancora venire. Lorsignori, usando Mattarella, tenteranno di uccidere nella culla il tentativo di un governo dei “populisti antieuropei”. Nel caso non vi riuscissero, nei prossimi mesi, forse già nelle prossime settimane, scateneranno l’inferno. Il precedente del 2011 è noto. Noto è l’assedio a cui sottomisero la Grecia.

Giorni addietro scrivevo Non fate come Tsipras.

Questa è e sarà la questione decisiva. Sotto l’assalto e le imboscate spietate delle mafie eurocratiche il governo giallo-verde saprà resistere o cadrà in ginocchio nell’ignominia?

Come patrioti speriamo che non capitolerà poiché, come si è visto in Grecia, ciò rappresenterebbe una sconfitta letale per il Paese, per il popolo lavoratore. Sarebbe un’umiliazione nazionale, un colpo mortale alla spinta al cambiamento e alla battaglia per la sovranità.

E qui non è solo questione di fare scongiuri, né auspici disinteressati. Ognuno, nei prossimi mesi, dovrà decidere da che parte stare ed impegnarsi in prima persona, mobilitarsi contro l’aggressione esterna. Se abbiamo una speranza è che Lega e M5s capiscano che sotto assedio c’è una sola possibilità di non essere fatti a pezzi, mobilitare il popolo, difendere il governo sovrano con una sollevazione generale.

Altrimenti tutto sarà perduto.