Comunicato n. 5-2018 di Programma 101 (P101)

(1) Pur tra forti limiti e contraddizioni il governo giallo-verde è l’unico in linea con la richiesta di profondo cambiamento emerso col voto del 4 marzo. Ogni altra soluzione — tipo “larghe intese” o “governo del Presidente” per arrivare a nuove elezioni — avrebbe solo fatto gli interessi ed il gioco delle oligarchie dominanti uscite sconfitte nelle urne. Esso rischia tuttavia di non vedere la luce a causa del boicottaggio del blocco eurocratico e dei suoi pretoriani che abusivamente occupano le istituzioni, a cominciare dal Quirinale. Mentre tutti i media di regime hanno scatenato una campagna di denigrazione del “governo dei populisti”, Mattarella ha posto il veto sul nome del primo ministro e ancor più su quello dell’economia, rivendicando a sé poteri di veto assolutamente arbitrari e inammissibili in una democrazia parlamentare.

(2) L’ultima stesura del programma di governo (il cosiddetto “contratto”), oltre a cose inaccettabili (dal securitarismo ad una flat tax palesemente contraddittoria rispetto all’esigenza di una redistribuzione della ricchezza a favore delle classi popolari), rappresenta anche un passo indietro rispetto alla prima (sull’euro come sul debito). Tuttavia, anche volesse realizzare solo la metà del programma annunciato, la nuova maggioranza di governo non potrà che scontrarsi con le regole euriste. Nonostante i suoi profondi limiti, nonostante rifletta la visione fondamentalmente liberista di Lega ed M5s, il loro programma resta del tutto indigeribile per il blocco dominante. Esso contiene infatti decisivi elementi come lo stop alle politiche di austerità, la rimozione del “vincolo esterno”, un forte intervento dello Stato in economia, un forte rilancio dei consumi interni e degli investimenti pubblici. In particolare: la riforma della Fornero, reddito e pensioni dignitose, l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti, l’introduzione del salario minimo garantito; Alitalia come compagnia nazionale; il rifiuto di Ttip e Ceta; la condanna della sciagurata “Buona Scuola”; l’affermazione in Costituzione del principio della sua prevalenza su norme e trattati europei.

(3) E’ vero che Lega e M5S mentre rifiutano i Trattati europei ne invocano la “riforma”, ma le loro ricette economiche e sociali, per quanto contraddittorie, potranno sortire effetti solo a due condizioni: la volontà politica di disobbedire all’Unione Europea e di violare i dettami ordoliberisti. Non possiamo sapere ora se il governo giallo-verde sarà capace di realizzare queste misure, di portare avanti la sua politica, di reggere l’urto dell’attacco che gli verrà portato dalle èlites. Quel che invece sappiamo è che si è ormai aperta una partita decisiva per il nostro Paese, e per le stesse sorti della UE. Certo, avremmo voluto che la causa della liberazione nazionale dal giogo eurista fosse in altre mani; avremmo voluto che una sinistra patriottica avesse potuto giocare da subito un ruolo di primo piano. Così purtroppo non è per la responsabilità di tanti, ma non per questo possiamo essere indifferenti all’esito dello scontro che si profila. Pur senza offrire alcun sostegno incondizionato, siamo quindi favorevoli alla nascita del governo M5S-Lega. Un governo che andrà giudicato dai fatti. Unico modo, fra l’altro, per mettere seriamente alla prova i due vincitori del 4 marzo.

(4) Mentre condanniamo la campagna demonizzatrice delle élites, denunciamo la linea del né né (né con i Diktat euristi, né con il governo nascente) di certa sinistra. E’ una linea anzitutto opportunista perché avalla il tentativo del blocco dominante di rendere impossibile la vita al governo giallo-verde. E’ una linea suicida poiché conduce ad entrare in rotta di collisione con la grande maggioranza del popolo lavoratore. Una regola fondamentale della politica è infatti quella di distinguere le questioni principali da quelle secondarie, stabilendo dunque un ordine di priorità in base al quale orientare l’azione. Questa regola, valida in ogni circostanza, diventa la prima legge dell’agire politico in circostanze eccezionali come quelle presenti. E la questione principale oggi è se il Paese inizia a riconquistare la sua sovranità o se verrà rafforzato il regime di protettorato euro-tedesco.

Questa è la partita, e non c’è dubbio da quale parte dovrà giocarla la sinistra patriottica e costituzionale. Di più: contro gli intrighi e le congiure di palazzo, contro i tentativi golpisti — magari in stile Euromaidan — che già si profilano all’orizzonte, va promossa una forte mobilitazione popolare a favore dell’indipendenza del Paese e della sovranità popolare.

Roma, 22 maggio 2018

da Programma 101 (P101)