
Oggi, al massimo domani, sapremo quale sarà l’esito del braccio di ferro sul ministro dell’economia. Una postazione strategica che i poteri forti eurocratici non vorrebbero perdere.
Se M5S e Lega terranno duro, come speriamo, non c’è dubbio che anche quella roccaforte oligarchica sarà espugnata, coprendo di ridicolo tutti i pennivendoli che per giorni hanno spacciato la fanfaluca che la scelta del presidente del consiglio e dei ministri, fosse prerogativa, non di chi ha vinto le elezioni, bensì del presidente della Repubblica.
Lorsignori se ne dovranno fare una ragione.
Detto questo, ammesso che sia superata e vinta la campagna preventiva per piegare e umiliare Di Maio e Salvini, non è che il governo giallo-verde possa dormire sonni tranquilli. La sconfitta subita al primo round ha reso lorsignori ancor più iracondi. Essi vorranno vendicarsi, cercheranno la rivincita. Ne è prova l’assise della Confindustria dell’altro ieri: per la prima volta nella sua storia questa cosca di prenditori, sempre governista, ha lanciato una vera e propria dichiarazione di guerra al governo giallo-verde.
Non c’è dubbio: essi daranno filo da torcere al nascente governo. Ricorreranno ad ogni mezzo pur di rovesciarlo se esso tenesse fede al mandato ricevuto dalla maggioranza degli elettori — una maggioranza, riteniamo, ben più ampia di quella che si è espressa nelle urne. Pensiamo infatti al terzo degli elettori che non sono nemmeno andati a votare. Lì ci sono sacche di protesta molte ampie che dimostrano quel che andiamo da anni dicendo, che le élite eurocratiche e neoliberiste sono una minoranza nel Paese, che ci sono le risorse per vincere la guerra e dare una svolta radicale. Una guerra che dopo l’eventuale insediamento del governo porta dritti alla prossima seconda battaglia, quella della prossima legge di bilancio. Questa sarà una verifica decisiva. Le armate eurocratiche già si stanno predisponendo per vincere la “campagna d’autunno”.
Come esse si disporranno sul terreno? A quali stratagemmi ricorreranno? Quale sarà la loro potenza di fuoco?
Ce lo indica Marcello Sorgi il quale, su LA STAMPA di ieri, scrive senza giri di parole:
«La vera opposizione la faranno i mercati, allarmati da quel che potrà accadere, impegnati a guardare con la lente di ingrandimento le prime mosse del professor Conte e dei suoi ministri, e soprattutto, in assenza di messaggi chiari, pronti a firmare vendite in blocco dei nostri titoli di stato, cosa che si ripercuoterebbe immediatamente sui risparmi degli italiani. Molto dipenderà dalle capacità che il nuovo premier, con la compostezza che ieri ha esibito al Quirinale, saprà dimostrare, e dalla consapevolezza che il nuovo mestiere che si è scelto è fondato su una regola non scritta: governare è fare quel che si deve, e non ciò che si vuole».
“Quel che si deve, non quel che si vuole”, in sostanza UBBIDIRE a chi comanda davvero ed ha sempre comandato conducendo il Paese nel marasma. Come abbiamo scritto i poteri forti “scateneranno l’inferno”, manderanno avanti “i mercati” (che poi, alla fine, sono essi stessi) per terrorizzare i cittadini e mettere in atto, dopo aver posto in essere trame e intrighi di palazzo per privare della maggioranza il governo giallo-verde, un Colpo di Stato — magari in stile Euromaidan.
Come dichiarato da P101 ci sarà solo un modo per impedirlo: “suscitare una forte mobilitazione popolare” a favore dell’indipendenza del Paese, della sua sovranità e della sua libertà di scelta.