Leonardo Mazzei denunciava il 24 maggio scorso il vergognoso attacco portato da Micromega a Stefano Fassina, etichettato come “rosso-bruno” a causa di certe sue frequentazioni. [1] Quali  fossero queste frequentazioni è presto detto, un convegno di P101 dal titolo VINCERE LA PAURA, con Luciano Barra Caracciolo e Antonella Stirati. E segnalava come, quest’accusa, fosse stata adombrata da il manifesto, guarda caso, soli due giorni prima. [2]

L’élite neoliberale non perdona a Fassina la sua dichiarazione di critica vicinanza a Alberto Bagnai malgrado si fosse candidato con la Lega. Men che meno gli perdona la sua proposta di costruire una sinistra del patriottismo costituzionale, che per l’élite rassomiglia come una goccia d’acqua a quella di P101 di costruire e in fretta una sinistra patriottica per la sovranità popolare e nazionale. Nè tantomeno può abbonargli la sua condanna di chi, a sinistra, condanna l’alleanza di governo M5s-lega come “fascio-leghista”.

Morale della favola: il bollare come “rossobruno” Fassina da parte dell’élite è solo un antipasto. Ci si deve aspettare nel prossimo futuro che venga scatenata una vera e propria campagna di criminalizzazione del “rossobrunismo” [3], ovvero contro chi si rifiuterà di intrupparsi tra le file della sinistra sorosiana e antinazionale.

Chi vivrà vedrà: faranno dossieraggio, insulteranno, sputtaneranno, dichiareranno l’ostracismo, faranno forse anche di peggio: mobiliteranno le piazze e aizzeranno i cittadini affinché la protesta “dal basso” incontri quella “dall’alto”, ovvero della medesima élite. Senza escludere, come scrivevo il 19 maggio, una vera e propria “rivoluzione arancione” in stile Euromaidan.

Dalle parti del Pd han già dato un nome alla bestia: “Fronte repubblicano”.
Il rischio, appunto, è che certi “sinistri radicali” e “antagonisti” fungano da truppa cammellata, diventando gli utili idioti dell’élite eurocratica e antipopolare.

Prenderebbe così corpo il ROSSOBRUTTISMO.

Se è così, mi chiedo e vi chiedo: meglio morire “rossobruni” o rossobrutti?

Ps.

Piccolo dossier sul ROSSOBRUTTISMO

(1) L’ammucchiata rossobrutta prende forma già nel gennaio scorso con la petizione “mai più fascismi”, firmato, oltre che dal Pd, da Rifondazione, Partito Comunista Italiano ecc.
(2) Pietra dello scandalo è la vergognosa dichiarazione dell’ANPI del 27 maggio di appoggio a Mattarella.
(3) Martina, reggente del PD, da subito la linea: “faremo opposizione durissima al pericoloso governo populista più a destra della repubblica”.
(4) Il 3 giugno parla Soros in persona che dichiara guerra al governo M5s-Lega… filo-russo e fascistoide.
(5) Tomaso Montanari, quello del Brancaccio, a ruota, il 2 giugno, davanti alla nascita del governo giallo-verde scrive che “…. si alza su Palazzo Chigi la bandiera della paura”.
(6) Idem con patate per quanto concerne il sindaco napoletano De Magistris e la sua neonata DEMOS.
(7) Il 2 giugno Potere al Popolo denuncia il “governo dell’austerità armato di manganello”
(8) Si allinea a PaP, anzi peggio, J.L. Mélenchon: “Évidemment, ce sont des fachos” — dove “fachos” sta per fascisti.
(9) Contropiano (Eurostop che a sua volta sta in Potere al Popolo) rispetto al governo giallo-verde, prova ad attestarsi a fatica sulla posizione del nè-né, ma vacilla: “Facciamo sommessamente notare, ancora una volta, che questo governo è un compromesso tra fasciorazzismo ed europeismo, perfettamente equilibrato tra ministri politici di destra e tecnici di provata fedeltà comunitaria.
(10) Vi risparmio la rubrica delle posizioni tra i gruppuscoli di estrema sinistra, un vero e proprio delirio contro il governo fascista, sovranista e populista.

NOTE

[1]  Scrive il 19 maggio Anna Maria Rivera su Micromega:
«Infine, inquietante è l’attuale indulgenza verso i fascio-stellati da parte di qualche politico formalmente di sinistra. In un’intervista rilasciata al manifesto il 17 febbraio (in realtà il 17 maggio, ndr), Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali, il quale non disdegna la frequentazione di rosso-bruni, ammette che, sì, “non è il governo che sognavamo”, ma “chi li attacca oggi è per lo più per la conservazione”. E più avanti, con lessico alquanto ambiguo, depreca “la deriva cosmopolita di parte della sinistra, che considera una parolaccia l’interesse nazionale”».

[2] Su il manifesto del 17 maggio Daniela Preziosi chiede a Fassina:

«D. Lei è un sovranista di sinistra? Un ’rosso-bruno’?
R. Chi mi definisce così mette in atto un tentativo di discredito per non fare i conti con la realtà. Faccio notare che la rivista dell’Anpi, cioè dei partigiani italiani, si chiama Patria indipendente. Purtroppo la deriva cosmopolita di parte della sinistra considera una parolaccia l’interesse nazionale.

D. La sinistra non è cosmopolita. È internazionalista.

R. Purtroppo non è sempre così. E dà del rossobruno a chiunque si azzarda a fare un riferimento all’interesse nazionale».

[3] L’11 aprile scorso segnalavo un patetico dossieraggio: UN LAVORO DA SBIRRI.
E, sempre sul “rossobrunismo” SOLLEVAZIONE aveva pubblicato questo intervento di carattere storico: LO SPAURACCHIO DEL ROSSOBRUNISMO.