«Siamo insegnanti, docenti universitari, scrittori, artisti, attori, registi, economisti, membri della società civile. Denunciamo come anticostituzionale, moralmente inaccettabile e contraria ai più elementari diritti umani la politica sull’immigrazione del governo Salvini-Di Maio. Nel futuro non assisteremo senza opporci con tutti i possibili mezzi legali al respingimento di navi umanitarie, alla minaccia di “censimenti” di tipo etnico-razzista o ad altri fatti di questa gravità».
Così comincia l’appello dei professori e degli intellettuali pubblicato in pompa magna da la Repubblica. Quando si dice che tutto fa brodo. Tutto fa brodo per azzoppare e rendere la vita difficile al governo M5s-Lega. C’era da aspettarselo che l’élite eurocratica, sfracellatasi nelle urne il 4 marzo, avrebbe provato a riconquistare l’egemonia perduta tentando di impallinare il governo sulla questione dell’immigrazione. Ho la netta sensazione che si stiano dando la zappa sui piedi.
Il perché è presto detto: quest’appello (ad orologeria) punta al bersaglio sbagliato. Dovrebbe infatti essere rivolto all’asse Merkel-Macron che, in barba alla “solidarietà europea”, tengono non solo chiuse le loro frontiere ma esigono che l’Italia si riprenda i profughi già presenti nei loro paesi e transitati per l’Italia.
Chi sono qui i “razzisti che fanno strame dell’umanità”? Non il governo Conte che al vertice europeo di questa mattina porta una posizione che gli autori dell’appello, tutti europeisti se non addirittura euroinomani, dovrebbero apprezzare assai. Conte andrà infatti a chiedere una “cosetta” semplice semplice: c’è o non un’Unione europea? Se c’è davvero i flussi migratori sono sulle spalle di tutti e l’Italia non può essere lasciata sola.
Detto con una metafora: chi ha voluto la bicicletta pedali!
Un costernato Federico Fubini, sul CORRIRE DELLA SERA di oggi scrive che:
«Ciò che resta, e potrebbe portare a un veto dell’Italia al vertice europeo, è il problema politico. Per disinnescare la crisi di governo, Merkel ha bisogno che il governo di Roma si impegni a riaccogliere con un consenso automatico chi viene fermato in Germania dopo aver presentato richiesta d’asilo in Italia. Ma la disponibilità del premier Giuseppe Conte al vertice è condizionata a una contropartita: la Germania e gli altri principali Paesi dovrebbero impegnarsi a superare il sistema esistente, che relega la responsabilità per ogni richiedente asilo al primo Paese di arrivo nell’Unione Europea. Poiché l’obbligo legale di salvataggio in mare e di accoglienza in un porto sicuro negli ultimi anni è gravato quasi per intero sull’Italia, ora Conte chiede di rivedere il principio di fondo. Secondo il governo italiano, la responsabilità di gestire le richieste di asilo non può essere solo del Paese di primo approdo. (…) Il problema è che né Merkel, né il presidente francese Emmanuel Macron sembrano disposti (per ora) a questa concessione: per loro dovrebbe restare il cosiddetto sistema di «Dublino III», che consegna gli irregolari ai Paesi di primo ingresso nella Ue».
Fubini teme che il vertice europeo sia un fallimento col che verrà fatto secco l’asse Merkel-Macron. E’ una buona cosa questa? Oh sì che lo è! Il Re sarebbe nudo.
Se poi Conte avrà le palle di porre il veto italiano ad un accordo fasullo meglio ancora. Un precedente di straordinaria importanza simbolica. Sarebbe la prima volta che Roma non va ai vertici con una posizione sdraiata, succube di Berlino e Parigi.
Come dire… la pacchia, per lorsignori, è finita.
Vi sembra poco?