E’ morto ieri, all’età di 77 anni, Domenico Losurdo.
Il Campo Antimperialista si associa al dolore dei suoi cari e dei compagni del PCI.

Per chi non sapeva della sua grave quanto rapidissima malattia, la scomparsa di Losurdo è giunta improvvisa quanto inattesa. Si tratta, senza dubbio, di una grande perdita per chiunque lotti contro il capitalismo e per la costruzione di un’alternativa socialista. Una lotta alla quale Domenico dette un grande impulso, soprattutto in quel decisivo passaggio del post-89 quando le sirene del “pensiero unico” sembravano del tutto vincenti anche a sinistra.

Giustamente, in queste ore molti ricordano lo studioso, l’autore di molti libri, il docente universitario. Altri ancora, altrettanto giustamente, evidenziano la sua militanza di comunista non pentito, e dunque la sua vicinanza ai semplici ed alle classi popolari.

A noi compete mettere in luce un altro aspetto, certo collegato a quelli già menzionati: Domenico Losurdo è stato un convinto e coerente militante antimperialista, ed in quante tale lo abbiamo avuto al nostro fianco in tante battaglie.

Diversi sono stati i momenti ed i temi della nostra collaborazione: dal sostegno alla causa del popolo palestinese, alla lotta contro gli occupanti in Afghanistan, all’appoggio alla Resistenza libanese e contro le aggressioni militari in Medio Oriente. Ma il momento di massima collaborazione fu quello, ormai lontano nel tempo ma sempre importante da ricordare, della mobilitazione a difesa delle ragioni della Resistenza irachena contro l’occupazione americana seguita all’invasione del Paese del 2003.

L’antimperialismo di Losurdo non si è mai limitato agli studi, ai libri, alle conferenze. Oltre a queste importanti attività, egli si è sempre schierato con decisione dalla parte dei popoli e dei movimenti in lotta contro l’oppressione imperialista e neo-coloniale. E lo ha fatto – cosa ancor più meritoria – in momenti difficili, sfidando l’ostracismo dell’intera sinistra istituzionale, Prc compreso.

Ci riferiamo appunto alle vicende del 2003, quando lanciammo un appello per una manifestazione nazionale dal tema inequivocabile: «Con il popolo iracheno che resiste». Domenico fu tra i promotori di quell’appello – come degli altri successivi (dal 2005 al 2007) affinché potesse svolgersi in Italia una conferenza sul Medio Oriente con la partecipazione di diversi esponenti della Resistenza irachena.

In quell’autunno 2003 aderirono alla manifestazione contro l’occupazione americana dell’Iraq anche tanti militanti di Rifondazione, come pure dirigenti sindacali ed iscritti agli allora DS. In tutta risposta i vertici di queste organizzazioni chiesero (peraltro senza troppo successo) ai propri aderenti di ritirare la loro firma. Nel frattempo, una violenta campagna di stampa (da Libero a Liberazione, passando per Repubblica e Corriere della Sera) cominciò ad attaccare la manifestazione, qualificandola – guarda un po’ – come “rossobruna“.

Domenico ebbe molte pressioni affinché si dissociasse da quella iniziativa. Egli invece, non solo mantenne la sua adesione, ma fu tra i principali protagonisti dell’assemblea del 13 dicembre, e fu subito dopo tra i promotori di IRAQ LIBERO – Comitati per la Resistenza del popolo iracheno, un organismo molto attivo negli anni successivi.

Anni in cui Iraq Libero sviluppò diverse iniziative per il riconoscimento politico della Resistenza irachena, alle quali Losurdo volle sempre dare il suo contributo. Ricordiamo qui, solo come esempio, il suo ruolo di protagonista nella grande assemblea che si tenne a Roma il 1° ottobre 2005 contro il servilismo del governo italiano che – su ordine della Casa Bianca – aveva negato i visti agli esponenti iracheni da noi invitati in Italia, compreso quello ad Haj Ali, l’uomo simbolo delle torture americane nel carcere iracheno di Abu Ghraib.

Queste poche righe non possono certo esaurire il ricordo del lavoro e dell’impegno di uno studioso e militante qual è stato Domenico Losurdo. Ma rammentare il suo coerente e coraggioso antimperialismo – tanto più in un’epoca dove questa coerenza e questo coraggio sono merce così rara, specie tra gli intellettuali – ci è sembrato il modo migliore di ricordarlo nel momento della dolorosa notizia della sua morte.