
Severo è il percorso con cui la Chiesa cattolica sancisce la beatificazione di una persona defunta. L’élite massonico-liberista per far santo Marchionne non ha atteso nemmeno la sua ufficiale dipartita per allestire la sua liturgia profana.
Ecco dunque il coro salmodiante in memoria del celebre super-manager.
Il carattere classista di simili peana è pari alla sfrontata piaggeria dell’armata di pennivendoli, tutti o quasi, infatti, a libro paga di questa o quella cordata finanziaria-industriale-bancaria.
Quanto vale la vita di un uomo? E qual è la linea che divide i benefattori dai malfattori?
Per chi sta in alto tutto dipende dallo spessore del portafogli, la qual cosa simboleggia la dedizione alla causa del capitalismo tornato selvaggio, come ai tempi della sua adolescenza.
Così, per chi sta in alto e per i suoi politicanti, non ha invece valore alcuno la vita degli umili che stanno in basso.
Ci dice l’INAIL che solo nei primi mesi del 2018 sono morti sul lavoro 469 lavoratori. Sono migliaia negli ultimi anni, tutti sacrificati al Moloch del Capitale.
Camera e Senato hanno osservato in memoria di Marchionne un minuto di silenzio.
Nemmeno un secondo per commemorare, non uno, ma centinaia di operai. Una vergogna che la dice lunga non solo sul carattere oligarchico del sistema sociale e politico, una vergogna che è segno di questo tempo luciferino del male.
No, non porterò il lutto per Marchionne.
Non fosse che ne osservo già un altro: per la morte simultanea della democrazia, della dignità, della coscienza rivoluzionaria.
da sollevAzione