Rai, una buona notizia: Marcello Foa presidente

L’élite è letteralmente imbufalita. Non s’aspettavano, da Salvini e Di Maio un tale strappo. Mentre Fabrizio Salini diventa amministratore delegato, il giornalista Marcello Foa [nella foto] è stato designato come presidente della RAI.

Un breve inventario dei titoli che campeggiano questa mattina sui principali organi di stampa rende l’idea della profonda irritazione di lorsignori:

«Marcello Foa, l’orgoglio sovranista alla presidenza Rai». – IL SOLE 24 ORE

«Rai: Marcello Foa, giornalista sovranista. Il tweet contro Mattarella: «Ma non volevo offendere» Estimatore di Bannon e di Putin. Il gelo del Quirinale sul suo nome». – CORRIERE DELLA SERA

«Alla fine dell’ennesimo braccio di ferro sui vertici Rai, quando il consiglio dei ministri è lì lì per cominciare, Matteo Salvini estrae dal cilindro il nome del suo vero candidato alla presidenza della tv di Stato: il sovranista Marcello Foa». – LA REPUBBLICA

«È sulla figura del nuovo presidente, vicino alla Lega, che si scatena la bagarre. Foa finisce nel mirino del Pd per le sue opinioni ultrasovraniste espresse su Twitter, compreso il «disgusto» rivolto al presidente Mattarella per le sue posizioni europeiste». – LA STAMPA

«PRESIDENTE SOVRANISTA: FOA A VIALE MAZZINI – Vicino a Salvini e vicepresidente del think tank di Bagnai. Contributor di Russia Today, arma della propaganda putiniana». – HUFFINGTON POST

Se lorsignori sono incazzati noi non possiamo che essere contenti. Abbiamo avuto modo di leggere quanto Foa ha scritto negli anni contro il dogma dell’euro e il mito europeista, lo abbiamo ascoltato in occasione di convegni e incontri nei quali abbiamo apprezzato la sua lucidità analitica e politica. Abbiamo apprezzato la sua apertura, la sua capacità d’ascolto, il suo spirito democratico.

L’élite — ma senti chi parla! — grida allo scandalo per la “lottizzazione” da parte di M5s e Lega. Giusto invece espugnare la Rai, una delle roccaforti del pensiero unico euro-liberista e che da due mesi non fa che sparare alzo zero sul governo giallo-verde. Giusto quindi che la RAI cessi di essere il sancta sanctorum di un’élite screditata e distante dai sentimenti popolari.

Col voto del 4 marzo la maggioranza dei cittadini ha non solo chiesto ma gridato che c’è bisogno di una svolta radicale. Il principale banco di prova per verificare se questa svolta ci sarà è certo la politica economica (lavoro, reddito e diritti per le classi subalterne). Le élite nostrane, sostenute dai grandi poteri oligarchici europei, daranno aspra battaglia.

Si poteva lasciare nelle loro mani l’artiglieria pesante della RAI?