L’ondata mediatica sul “razzismo” finita nel ridicolo del lanciatore di uova targato Pd

Solo i cretini potevano non rendersi conto della strumentalità antigovernativa della campagna mediatica sul “razzismo”. Ora, dopo i fatti di Moncalieri, vedremo se qualcuno aprirà gli occhi.

Sia chiaro, non stiamo dicendo che il razzismo, ed ancor più la xenofobia (certamente più diffusa), non siano un problema. Lo sono, peccato che mai si rifletta a fondo su un fenomeno che affonda le sue radici nel colonialismo e nell’imperialismo di marca occidentale. Quel che invece diciamo – qui e ora – è che la rappresentazione di un’Italia percorsa da bande razziste, magari aizzate dalla politica del governo gialloverde è falsa.

Gli episodi riportati dai media sistemici, secondo cui si sarebbe di fronte ad un’ondata di atti di matrice razzista, sono gravi ma purtroppo in linea con quanto avviene da anni.

Quando ero ragazzo mi colpivano notizie del tipo “Strage di Pasqua, nei quattro giorni del week end pasquale morte 80 persone sulle strade italiane”. Ma come, mi chiedevo, 80 diviso 4 fa 20 e venti morti al giorno farebbe 7.300 vittime all’anno. In realtà sapevo che allora le vittime annue di incidenti stradali erano circa 11mila, cioè più di 30 al giorno: possibile che nel trafficatissimo fine settimana di Pasqua si morisse meno degli altri giorni? Ovviamente no e, del resto, se così fosse stato, il titolo dei giornali avrebbe dovuto essere semmai: “Straordinario calo pasquale delle vittime della strada”. Ma con un titolo così venivi licenziato. Per cui si utilizzava un dato approssimativo, in realtà sottostimato, per sostenere invece un titolo allarmista in grado di far notizia.   

Ora il problema è più grave. Perché la mistificazione mediatica non è tanto finalizzata alla vendita di qualche copia in più, quanto a rendere il miglior servigio all’èlite dominate che trama h24 per far cadere al più presto il governo gialloverde.

Fortunatamente, però, non tutte le ciambelle riescono col buco. E mentre i ragionamenti statistici di cui sopra possono interessare sì e no l’un percento delle persone, ci sono alcune bufale che (quando svelate) hanno il potere di mostrarci la realtà meglio di tanti discorsi. La frittata piddina di Moncalieri è uno di questi casi.

Cosa è accaduto in quel di Moncalieri lo sanno praticamente tutti. Nei giorni scorsi un’atleta azzurra, la discobola di colore Daisy Osauke, è stata colpita agli occhi da uova lanciate da una macchina in corsa. Razzismo, razzismoo, razzismooo!, gridano all’unisono i media di lorsignori. Per non parlare di Repubblica e del Pd, dove il genio di Renzi rifulge come sempre. Per lui non ci sono dubbi, Daisy Osauke «ieri è stata picchiata da schifosi razzisti», questo il suo immancabile tweet.

In realtà, che vi fosse un movente razzista era dubbio fin dal principio. All’inizio la stessa discobola (peraltro iscritta al Pd) sembrava escluderlo, poi – la cura dei media è più miracolosa di quella degli oculisti – aveva detto che gli aggressori cercavano una persona di colore. Peccato che pochi giorni prima un’altra persona, stavolta una donna bianca, avesse subito lo stesso lancio di uova nella stessa zona da una macchina dello stesso tipo. E che, negli ultimi mesi, almeno altri sette casi del genere fossero stati segnalati da quelle parti.

Coincidenze che avrebbero dovuto imporre una qualche prudenza. E invece no. Siccome l’attuale opposizione ha meno argomenti che voti, insistere sul “razzismo” degli italiani gli sembra la cosa più intelligente.

Talvolta però la verità viene a galla. E di solito fa male ai veri propalatori di bufale mediatiche, che non stanno in oscure basi di San Pietroburgo, come pretenderebbe la (dis)informazione mainstream, quanto piuttosto nelle redazioni dei principali media e nei vertici dei partiti euristi.

Nel caso di Moncalieri la Nemesi (la dea della “giusta vendetta”) ha colpito davvero nel modo migliore. Le indagini hanno infatti permesso di scoprire che la macchina degli agguati alle uova appartiene ad un consigliere comunale del Pd, che colui che la guidava altri non era che il figlio del suddetto, mentre i tre lanciatori – una volta scoperti – hanno dichiarato di aver agito per “goliardia”.
Insomma, ma questo già lo sapevamo, in giro ci sono più cretini che razzisti.

Di fronte al figurone rimediato, adesso a Piddinia City e dintorni tacciono. Insomma, il figlio di un piddino ha colpito al volto – per “goliardia”, non sia mai razzismo, mica era il figlio di un gialloverde! – una piddina. Costei, che a leggere certa stampa sembrava impedita a partecipare ai campionati europei di Berlino, adesso è già in viaggio per la capitale tedesca. Un uovo (vero) di un lanciatore di famiglia piddina mica fa male come quel (falso ed inesistente) uovo razzista gridato dai media…!

Così va il mondo in questa strana estate 2018. Facciamo tesoro di questa lezione piemontese. Il razzismo, e la lotta contro ogni sua manifestazione, è cosa troppo seria per essere lasciata nelle mani di chi oggi la usa strumentalmente per riprendersi le redini del governo. Ed è semmai proprio questo loro agitarsi scomposto il modo migliore per innescare autentici focolai razzisti. Perché quell’ondata razzista che adesso non c’è, lorsignori la vorrebbero proprio, che tanto gli farebbe gioco…

Ricordamocelo, e ricordiamoci dell’istruttiva Moncalieri.