Vito Petrocelli, presidente Commissione Esteri del Senato (M5S): ben venga inchiesta sulle fake news, ma partiamo da quelle che sono servite a giustificare le guerre imperialiste (nella foto Colin Powell mostra all’ONU le false prove sulle inesistenti “armi di distruzione di massa” irachene)
Oggi è il 73° anniversario di Hiroshima. Vedremo quanto la zelante stampa italiana se ne ricorderà. Da allora decine di guerre e di aggressioni americane e Nato sono state coperte con i nobili motivi della “democrazia”, della “civiltà”, della “guerra al terrorismo”. E davvero le fake news, sempre riprese dai media e dai governi nostrani, non sono mai mancate. Giusta, perciò, la secca risposta di Petrocelli al sionista Fiano (Pd). Leggiamola qui sotto.
Roma, 3 agosto 2018 – “il Pd vuole una commissione d’inchiesta sulle fake news? Bene. Anzi benissimo, ma partiamo da tutte quelle informazioni false che hanno permesso, avallato e giustificato le tante guerre neo-coloniali degli ultimi anni”. Lo dichiara il presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, Vito Petrocelli, commentando la proposta annunciata ieri da Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd.
“Mi viene da sorridere a pensare che a chiedere quest’inchiesta siano gli stessi partiti che hanno preso per vere le bufale storiche come le armi di distruzione di massa in Iraq o il viagra che Gheddafi avrebbe dato alle sue truppe per violentare le bambine. Queste fake news, tra le centinaia che si potrebbero citare e per decine di paesi, sono state usate per giustificare invasioni criminali e distruzione di interi popoli che hanno causato milioni tra morti e profughi”, ha proseguito Petrocelli commentando anche la dichiarazione di Urania Papatheu, senatrice di Forza Italia.
“Ben venga l’introduzione della commissione d’inchiesta parlamentare se questa inizierà i suoi lavori indagando sul nefasto ruolo giocato dai media nelle ultime guerre. È un dovere storico, etico e politico nei confronti di popoli amici e fraterni con cui abbiamo un debito morale da ripagare”, ha concluso il presidente della Commissione Affari Esteri del Senato.