(Nella foto: Roma, 1976, manifestazione dei “Soldati democratici” e dei “Proletari in divisa”)

L’11 agosto Matteo Salvini nel corso di un comizio a Lesina, in Puglia ha detto:
«Vorrei che oltre ai diritti tornassero a esserci i doveri …. facciamo bene a studiare i costi, i modi e i tempi per valutare se, come e quando reintrodurre per alcuni mesi il servizio militare, il servizio civile per i nostri ragazzi e le nostre ragazze così almeno impari un po’ di educazione che mamma e papà non sono in grado di insegnarti».

Il giorno dopo in un tweet, ha scritto:
«Reintrodurre il servizio militare e civile per ricordare ai nostri ragazzi che, oltre ai diritti, esistono anche i doveri. Siete d’accordo? … Farebbe bene a tante ragazze e ragazzi». Salvini ha aggiunto: «Penso che di fronte a rigurgiti razzisti e alla minaccia del terrorismo, un esercito di leva sia meglio per la democrazia».

Non so che ne pensano i lettori. Non so nemmeno che ne pensa P101. Io penso che reintrodurre la leva obbligatoria sia non solo giusto ma un dovere per la sinistra patriottica e democratica. E non dovremmo avere paura di dirlo, anche se la proposta viene da Salvini, anche se saremo accusati da certa finta sinistra di essere… “militaristi”.

Un esercito basato sulla leva obbligatoria, quindi popolare, è pur sempre meglio, e per svariate ragioni, di quello professionale e sostanzialmente mercenario, braccio armato dell’élite globalista e imperialista, subordinato ai comandi NATO; quindi per sua stessa natura antidemocratico.

Per quanto mi riguarda, fatte le necessarie modifiche, prenderei a modello l’esercito svizzero basato sul criterio della “milizia popolare”, ovvero sul principio che ogni cittadino è soldato. Per saperne di più ecco il sito del governo elvetico.

E’ vero che la proposta della reintroduzione della leva obbligatoria (non a caso abolita con la vittoria in economia del pensiero neoliberista e l’avanzata dell’Unione europea a spese della sovranità nazionale) non è nel “contratto di governo”. Ma  il Parlamento può e anzi deve avviare l’iter per questa importante riforma così che, in parallelo, se ne discuta nel Paese, coinvolgendo i cittadini, anzitutto i giovani.