Il governo Conte non era ancora nato ma su questo blog, vista l’alta probabilità che M5S e Lega avrebbero alla fine chiuso l’accordo per formare il loro governo, avevo azzardato un pronostico: SCATENERANNO L’INFERNO. Chi lo avrebbe fatto era chiaro: le potenti oligarchie eurocratiche in combutta con l’aristocrazia finanziaria globale.

Subito dopo la nascita del governo Conte, il 1 luglio, la Terza Assemblea nazionale di Programma 101 approvava una risoluzione che indicava come la prossima Legge di bilancio avrebbe rappresentato il terreno dello scontro tra il governo “populista” e le euro-oligarchie e come quindi una SINISTRA PATRIOTTICA avrebbe dovuto incalzare il governo a resistere, pena essere travolto assieme al Paese.

Il 13 agosto, tenuto conto delle diverse avvisaglie Leonardo Mazzei, senza giri di parole, prevedeva L’ATTACCO IMMINENTE al governo,  con l’uso della stessa arma di distruzione di massa che defenestrò Berlusconi: lo spread sui titoli di stato. Lo stesso Giancarlo Giorgetti (che non è certo un falco), in un’intervista del 13 agosto a LIBERO era giunto alle stesse conclusioni.

A noi pare quindi, di contro a tanti quaquaraquà e azzeccagarbugli, di aver visto giusto: se il governo, con la prossima Legge di bilancio, terrà fede anche solo alla metà dei suoi intendimenti, se cioè non si inginocchierà ai poteri forti esterni in sodalizio con quelli interni (leggi il grande capitalismo neoliberale e globalista), quelli che fino ad oggi hanno dettato le politiche economiche, lo scontro sarà inevitabile. In mezzo non ci sarà posto per nessuno.

Che non vediamo sbagliato ce lo conferma un articolo del Wall Street Journal, la bibbia del capitalismo globale, con un articolo pubblicato il 18 agosto e chiosato dal CORRIERE DELLA SERA di ieri. Il titolo è tutto un programma: “L’Italia alimenta la paura del  risveglio della crisi dell’euro”. Lo pubblichiamo qui sotto, non senza segnalare le reazioni che il brutale avviso ha suscitato dalle parti del governo.

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Wall Street Journal:
«L’Italia un pericolo per l’euro».
Salvini: «I poteri forti vogliono stroncarci»

Secondo il quotidiano il «pericolo» è rappresentato dalle «scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma»

di Paola Di Caro

Il primo era stato Giancarlo Giorgetti una decina di giorni fa: «L’attacco io me lo aspetto, i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono». Parole, quelle del sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, che avevano scosso la scena politica, e che erano state subito raccolte da altri esponenti del governo. Come Luigi Di Maio, che si era subito detto pronto a reagire nel caso in cui la tanto temuta tempesta sui mercati dovesse arrivare: «Se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili. A Palazzo Chigi non c’è Berlusconi che rinunciò per le sue aziende».

L’articolo del quotidiano americano

Il 19 agosto a riprendere il tema di un possibile assalto al governo e «all’esperimento italiano» da parte dei «poteri forti» internazionali è stato Matteo Salvini, con un duro avvertimento: «Cercheranno di stroncarci, ma non arretreremo di un millimetro. Quasi ad aprire un fronte polemico preventivo, anche — forse — per reazione ad un articolo del Wall Street Journal secondo il quale la fine della «lunga maratona» per salvare la Grecia segnerà «la chiusura della crisi dell’Eurozona», se non fosse però «per l’Italia e il fastidioso timore che l’euro non sia dopo tutto così stabile». Un «pericolo», quello italiano, rappresentato dalle «scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma», che potrebbero portare ad una «destabilizzante fuga dei capitali». Il giornale finanziario spiega che il banco di prova decisivo sarà in autunno, quando « il governo populista italiano dovrà presentare la legge di bilancio e spiegare come coprirà le sue costose promesse agli elettori».

La controffensiva di Salvini

E Salvini percepisce perfettamente il messaggio, tanto da passare alla controffensiva. «Questo governo — dice il vicepremier — è partito da due mesi e mezzo, facendo cose giuste e l’apprezzamento degli italiani è ai massimi storici. Noi — assicura — siamo contenti, ma c’è qualcuno che è meno contento, perché se con questo governo l’Italia dimostra di non dipendere dai soliti poteri forti, dai banchieri, dai finanzieri, quelli sono terrorizzati perché allora potrebbero farlo anche altri Paesi». Ecco perché, denuncia Salvini «cercheranno in ogni maniera di stroncare l’esperimento italiano con il debito pubblico, lo spread, il declassamento delle agenzie di rating, i richiami e le penalità». Un grido d’allarme forte nel momento in cui il governo dovrà mettere mano alla legge di Bilancio, sulla quale già da settimane si registrano posizioni non coincidenti sia tra i parti della maggioranza, sia con il ministro dell’Economia Tria, su scelte da compiere e coperture. Anche a questo sembra pensare Salvini quando chiede al suo popolo di farsi sentire, sostenendo l’azione del governo e del suo partito: «Noi — avverte — non arretriamo di un millimetro, ma quando inizieranno a bastonare ci sarà bisogno di voi, della vostra reazione»