Un’intervista di Diego Fusaro sull’ottima proposta di Luigi Di Maio contro l’apertura domenicale dei negozi, liberalizzata nel 2012 dal governo Monti

Diego Fusaro: “I templi del Capitale nei giorni di festa vanno chiusi. Dare il giusto riposo ai lavoratori è un’iniziativa marxista”
di Claudio Paudice (HuffPost)

Il filosofo vicino al M5S plaude alla chiusura domenicale: “Non so se al Governo abbiano letto Marx o Gramsci, ma hanno scavalcato a sinistra il Pd”

“Chiudere i templi del capitale nei giorni di festa è un’ottima cosa”. Diego Fusaro, filosofo notoriamente vicino per le sue idee politiche al Movimento 5 Stelle, è favorevole all’iniziativa del Governo gialloverde di obbligare i negozi alla chiusura nei giorni di riposo, fatta eccezione per le città turistiche e concedendo l’apertura a turnazione solo al 25% delle attività commerciali del territorio. Nell’incandescente dibattito che si è aperto tra M5S, Lega e sindacati da un lato, Pd, Forza Italia e liberisti a vario titolo dall’altro, Fusaro si schiera apertamente con i primi: “L’idea è quella di restituire un po’ di meritato riposo ai lavoratori alla fine della settimana lavorativa. D’altronde Karl Marx nel Capitale dice che la religione protestante ha segnato davvero l’inizio del capitalismo con la trasformazione dei giorni di festa in giorni di lavoro. Successivamente lo dirà anche Weber”, dice all’HuffPost.

Secondo le opposizioni, Pd in primis, l’obbligo di chiusura farà perdere posti di lavoro a molti giovani che lavorano, per esempio, nei centri commerciali.

È un’epoca strana, questa. Il concetto di lavoro tende a dilatarsi e a coprire anche quello di sfruttamento. Non tutto è lavoro: quello degli impiegati la domenica, sottopagati e con orari osceni, non è lavoro ma sfruttamento. Proprio come quello dei precari costretti a lavorare per pochi soldi per le grandi aziende della gig economy. Va benissimo difendere il lavoro ma benissimo anche combattere lo sfruttamento.

Sbagliano, quindi, sui posti di lavoro persi?

L’opposizione è sempre più la voce dell’interesse del capitalismo globale che, se potesse, ci farebbe lavorare 24 ore su 24, trasformerebbe le ore di sonno in ore di plus-lavoro e ridurrebbe la vita tutta a una competitività lavorativa costante. Guardo con favore a tutte le forme che vadano a frenare la voracità del capitale. La chiusura domenicale non sarà una rivoluzione decisiva ma mi sembra già un passo avanti, per quanto tenue.

Lei prima parlava di Marx. Altri parlano di domenica sovranista. C’è un terreno culturale su cui si fonda questa iniziativa del Governo?

Non so se al Governo abbiano letto o metabolizzato Marx, ma sicuramente hanno capito che il loro elettorato è fatto dalla base che con Gramsci definirei nazionale popolare. Al popolo dei lavoratori evidentemente non interessa più mercato, più Europa, più globalizzazione. Interessa invece avere salari dignitosi, forme di contratto dignitose e condizioni di vita dignitose, che non assumano la competitività come orizzonte di senso generale.

Una battaglia di sinistra, quindi, quella di Di Maio.

La situazione in cui ci troviamo è paradossale, in cui le forze di sinistra hanno scavalcato a destra i tradizionali partiti di destra. Oggi Salvini e Di Maio sono a sinistra rispetto a Renzi o Martina. È un paradosso storico.

da HuffPost