Nell’agosto scorso le Nazioni Unite hanno definito quella yemenita “la più grave crisi umanitaria del mondo”.

Lo Yemen è stato distrutto dal conflitto iniziato nel 2014, quando i ribelli Houthi, alleati con le truppe fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, conquistarono gran parte del paese, inclusa la capitale, Sanaa.

In risposta una coalizione guidata dall’Arabia Saudita e sostenuta dagli Stati Uniti nel marzo 2015, ha lanciato una campagna aerea contro i ribelli pur di ripristinare il governo “internazionalmente riconosciuto” del presidente Abd Rabbu Mansour Hadi e quindi sconfiggere i ribelli Houthi (accusati di essere una pedina dell’Iran).

Il governo di Hadi è stato rovesciato dai ribelli Houthi alla fine del 2014 dopo che i ribelli, partendo dalla loro roccaforte nel nord Saada, hanno conquistato gran parte del paese..

Si calcola che da allora, più di 10.000 persone sono state uccise nei combattimenti, milioni sono stati costretti a lasciare le loro case e il paese impoverito è stato spinto sull’orlo di una devastante carestia.

Con il supporto logistico degli Stati Uniti, l’alleanza guidata dall’Arabia Saudita ha effettuato oltre 16.000 raid nelle aree detenute da Houthi (oltre quelli contro le province controllate da Al Qaeda) nel tentativo di sconfiggerli e riconquistare Sanaa.

Malgrado la sua schiacciante superiorità militare la coalizione Arabia Saudita-USA sembra avere completamente fallito.

da sollevAzione