Fabrizio Marchi su l’interferenza dice l’essenziale del neopresidente del Brasile Jair Bolsonaro:

«Bolsonaro è la sintesi del peggio che possa esistere al mondo. Ammiratore di Hitler per sua stessa ammissione, nostalgico delle feroci dittature militari (sponsorizzate e armate dagli USA) che per quasi mezzo secolo hanno letteralmente insanguinato l’intero continente latinoamericano, ultra filosionista (in una delle sue primissime dichiarazioni ha annunciato la decisione di chiudere l’ambasciata palestinese), ultraliberista in politica economica, omofobo, integralista religioso (più per opportunismo che per fede…), seguace fanatico delle sette evangeliche che dagli Stati Uniti stanno da tempo colonizzando l’America Latina, filo americano, antisocialista e anti comunista viscerale, appoggiato da Trump, Bannon, e naturalmente da Netanyahu e da tutta la destra e l’estrema destra sud e nord americana, israeliana ed europea, Bolsonaro è il simbolo della “riscossa” reazionaria in America Latina».

Non dice, Marchi, le immense responsabilità che un quindicennio di governi del PT lulista hanno avuto nel causare la vittoria di questo energumeno — politiche liberiste che hanno accresciuto a dismisura le già enormi diseguaglianze sociali, una gestione nepotistica e corruttiva del potere.

Ma non è questo adesso il punto; condividiamo del pezzo del Marchi il ribrezzo per lo sconcio e sguaiato appoggio che Salvini ha promesso a  Bolsonaro.

Con l’esaltazione di Bolsonaro Matteo Salvini ha compiuto un’altro passo o strappo per attestare la sua Lega nel campo della destra reazionaria — alla faccia di certi amici che ce la menano col discorso che sarebbe finita la “dicotomia sinistra-destra”: la verità è che più la sinistra si imputridisce e s’inabissa nel campo liberale, più le destre avanzano, per di più secernendo le pulsioni più antidemocratiche.

Poi però il Marchi giunge a questa conclusione:
«Sbandiera la sua amicizia [di Salvini, ndr] con Putin ma di fatto è parte organica dell’“Internazionale nera e liberista” guidata appunto da Trump, Bannon e Netanyahu».

Ecco come, nella comprensibile foga polemica, si passa dalla ragione al torto. Tre errori, a me sembra, in due righe.

(1) E’ sbagliato dedurre da un tweet che Salvini stia portando la Lega nella “Internazionale nera e liberista guidata da Trump, Bannon e Netanyahu”. Lo so che sembra banale rispondere che “le cose sono molto più complesse” ma… le cose sono effettivamente più complesse. E’ quantomeno prematuro sostenere che Salvini sia un finto filo-russo e un vero filo-americano. Chi vivrà vedrà.

(2) Tanto più perché non esiste una “internazionale”, ovvero un blocco omogeneo e strategico tra Trump, Bannon e Netanyahu. Bannon non è fantoccio di Trump e Netanyahu gioca in Medio oriente la sua partita geopolitica, essa collima per molti aspetti con le mosse di Trump, ma è una convergenza di fase, non un matrimonio strategico.

(3) E ove ci sia questo blocco perché aggettivarlo come “internazionale nera”? Il solito errore di certa sinistra quello di semplificare e ridurre a caricature e mere duplicazioni processi storici complessi, spazzando quindi via le loro peculiarità (di notte tutte le vacche sono… nere e … fasciste, liberiste, non fa differenza).

Occorre combattere la reazione che monta prepotente nel mondo ma per farlo occorre ben inquadrare e mettere a fuoco questo nemico per scoprirne i punti deboli, per anticipare le sue mosse, per colpirlo nel modo giusto.

Non mi risulta che coloro che affermano che questi populismi di destra avanzanti siano fascisti punto, si stiano preparando a passare alla clandestinità o all’esilio (dove? in Russia?), la qual cosa sarebbe, visto lo stato in cui versa la sinistra rivoluzionaria, la sola cosa sensata.

Ps
Occorre poi stare molto attenti a tutto questo “gridare al lupo! al lupo!”. Sempre più diventa un pretesto per una posizione indifferentista davanti alla insubordinazione del governo giallo-verde verso l’oligarchia eurocratica ed i suoi diktat. Come dire: “che ce ne può fregare della sovranità nazionale e di rompere la gabbia europea se poi avremo il fascismo in Italia?”.
Un indifferentismo che a ben vedere implica considerare la gabbia eurista il “male minore”. Mi sbaglio?