Siamo dunque all’atto V.
Né la parziale marcia indietro di Macron, né la strumentalizzazione del terrorismo, né l’accusa premeditata di essere un “movimento retrogrado” sono riusciti a fermare il movimento dei Gilet Gialli.
Un movimento che è diventato, strada facendo, una vera e propria SOLLEVAZIONE di popolo, che quindi fa letteralmente tremare, assieme al banchiere Macron il regime della Quinta Repubblica, colonna portante dell’Unione europea.
Una SOLLEVAZIONE, un fiume in piena in cui necessariamente confluiscono, oltre ai mille rivoli di una società devastata, spappolata da decenni di politiche neoliberiste, i tanti volti dei declassati, degli esclusi, degli invisibili che non han più vergogna di mostrarsi al mondo.
Mille rivoli, mille volti, mille voci che hanno disseppellito l’ascia di guerra e trovato non solo un simbolo che li fa sentire comunità, ma pure un punto di incontro e di sintesi tutto politico: Macron Demission!
Dalla Francia arriva non solo una domanda di solidarietà, che va raccolta, giunge una lezione.
Con la rivolta elettorale del 4 marzo gli italiani hanno detto basta, hanno chiesto una svolta. Cinque Stelle e Lega hanno raccolto il testimone ma si dimostrano incapaci di attuare le loro stesse promesse. Manca loro non solo il coraggio di spezzare le catene eurocratiche, manca loro la volontà di scegliere se fare gli interessi del popolo lavoratore o quelli dell’aristocrazia capitalistica.
Porre fine all’austerità e all’ingiustizia sociale, riconquistare la sovranità, è una grande impresa, che necessita uno sforzo gigantesco e l’unico gigante è il popolo.
Fino a quando resterà in ginocchio?
Ci vediamo a Roma il 12 gennaio, sperando di essere in tanti.