L’immagine accanto è senza dubbio quella più significativa della battaglia di strada consumatasi ieri (XVIII Atto dei Gilet gialli) nel centro di Parigi. Il ristorante dei lusso Fourquet’s, simbolo per eccellenza della Francia dei ricchi e dei milionari — dove un pasto può costare fino a 400 euro —, dato alle fiamme.

Subito si sono levate le grida dei benpensanti, l’esecrazione dei borghesi. Li comprendo, si sentono spaventati da questo sussulto di odio e di vendetta sociale. Gli si staglia davanti quello spettro che speravano di avere per sempre allontanato, quello della lotta di classe.

Macron, banchiere arrogante e testardo, e con esso il potere,  invano hanno sperato che il movimento dei Gilet gialli si sarebbe spento per esaurimento, dopo l’elargizione di qualche briciola. Ora, mentre speravano di guidare e vincere la passeggiata verso fittizie elezioni europee si trovano davanti al dilemma: cedere o andare allo scontro frontale, ricorrendo alla militarizzazione sociale — la stessa che già subiscono i dannati delle banlieue.

Possiamo immaginare che adesso, nel movimento dei GG, la discussione già aperta sulle “forme di lotta” e l’uso della forza, si farà più accesa e dirimente. Il potere ha immediatamente mobilitato le sue teste d’uovo per  sputtanare i ribelli, al fine di fargli terra bruciata attorno, di dividerli tra buoni e cattivi, e quindi di spegnere la rivolta sociale.

Attenzione, la discussione sulla “violenza” rischia di diventare un diversivo, funzionale a chi tenta di ridurre quanto accaduto ieri, da fenomeno sociale a gesto inconsulto di pochi provocatori.

Il cuore reale del problema, quello che i GG debbono affrontare di petto, è la loro mancanza di strategia politica, l’assenza di coordinamento e di direzione politica. La domanda vera è quella di sempre: come può un movimento di massa, sostanzialmente spontaneo, strutturarsi per vincere la sfida contro il potere e la classe dominante?

Non è solo Macron a trovarsi davanti ad un dilemma, dopo questo fragoroso Atto XVIII ci si trovano anche i GG.

Noi, da qui, poco possiamo fare. E in questo poco non c’è di certo il voltare le spalle ai Gilet Gialli dando una mano al nostro comune nemico.

 

da sollevAzione