Il Presidente cinese ha dunque lasciato l’Italia dopo aver stipulato col governo Conte ben 29 intese, istituzionali e commerciali. Confermo il giudizio positivo che ho dato l’altro giorno: MEGLIO LA CINA CHE GLI U.S.A.

Un successo indiscutibile, che lascia l’amaro in bocca non solo a Trump ma anche ai principali concorrenti europei dell’Italia, anzitutto all’asse carolingio franco-tedesco, quindi alla Commissione degli eurocrati. La ragione è presto detta: lorsignori non sopportano che il governo Conte sia andato dritto al punto senza chiedere loro il permesso — come sempre han fatto negli ultimi trent’anni governi più che servili.

Quel che stupisce certi miei amici legofili è l’atto plateale di disaccordo ostentato da Matteo Salvini, il quale, in uno dei suoi eccessi di protagonismo (al netto dello sgambetto a Conte e Di Maio), nel disperato tentativo di giustificare la sua presa di distanza dall’intesa italo-cinese, ha affermato “A Pechino non c’è il libero mercato” (sic!).

DOV’È FINITO L’INTERESSE NAZIONALE?

Una cialtronata che nessuno ha evidentemente preso sul serio. E questi miei amici non dovrebbero stupirsi, né che Salvini sia un liberista, né tantomeno che in politica estera sia una schiappa di sovranista, visto che la contestazione all’intesa con la Cina viene dopo  posizioni una più oscena dell’altra — la scandalosa posizione sul Venezuela, il suo servile inchino verso Israele, lo sfrontato sostegno alla politica estera di Trump. Per non parlare del suo appoggio alla frazione nordista in difesa del secessionismo per tappe, o “regionalismo differenziato”.

Il problema infatti, non è che Salvini non capisce. E’ che Salvini ha una sua visione ed ha scelto di diventare un vessillifero della visione trumpiana: atlantismo integrale e, dentro questa cornice, nessuno smantellamento della Ue, che va bene come mercato unico a patto che non si metta di traverso agli U.S.A..

Salvini avrà certamente saputo che con l’allargamento del canale di Suez i collegamenti Cina-Europa non dovranno più circumnavigare l’Africa, di qui la nuova centralità geo-economica e geo-politica del Mediterraneo, per conseguenza dell’Italia. Le intese sottoscritte con Pechino, nessuno può avere alcun dubbio in proposito, sono, e come, nell’interesse nazionale. Salvini, quindi Trump e carolingi a cui fa da sponda, se ne facciano una ragione.

Quest’ultimo autogol salviniano avrà conseguenze sulla sua ascesa? Lo vedremo presto. Forse aveva ragione il Mazzei a definirla assai resistibile, malgrado i media gli facciano tanta pubblicità e la ex-sinistra, col suo cosmpolitismo anti-nazionale gli tiri la volata.

da sollevAzione