Scrivevo il 19 settembre dell’anno passato, quando iniziava il fuoco di fila del partito euro-tedesco per addomesticare il governo giallo-verde in vista della legge di bilancio:

«Come volevasi dimostrare: il Ministro dell’economia Tria si rivela per quel che è, il Cavallo di Troia che l’èlite eurocratica, mallevadore Mattarella, ha infiltrato nel governo giallo-verde».

L’anno scorso il braccio di ferro andò a finire con un compromesso. In vista della Legge di bilancio 2020 sembra davvero molto difficile che un secondo compromesso possa essere siglato tra Bruxelles e Roma. Uno dei due dovrà cedere. L’Unione europea pare non abbia  alcuna intenzione di concedere un’altra tregua. L’ha fatto capire chiaramente minacciando la “procedura d’infrazione” — Il Sole 24 Ore di oggi ci ricorda quali sarebbero le implicazioni eventuali.

Ora il casus belli è la (ragionevole) proposta dei Minibot — quella che viene chiamata “Cartolarizzazione”: lo Stato trasforma in titoli di credito i debiti che ha verso le aziende e che queste ultime rigirerebbero poi allo Stato pagando tasse, contributi ecc. Non è quindi né nuovo debito, né una moneta parallela ma un modo, si spera efficace, per immettere liquidità nel circuito economico. ma lorosignori mettono le mani avanti per non sbattere il muso e lanciano l’allarme: “Questi Minibot possono diventare una moneta”. Vero solo ove essi fossero transati nel settore privato e venissero utilizzati per saldare debiti e crediti al posto dell’euro. Non solo Borghi ma pure Salvini (e Giorgetti) hanno assicurato che non sarà così.

Tuttavia lorsignori hanno alzato le barricate. Draghi (anticipato dal suo segugio Visco di Bankitalia) ha fatto capire che una simile mossa non sarà tollerata, a dimostrazione che non è a Roma che si può decidere la politica economica dell’Italia (ma a Bruxelles e Francoforte).

Questa mattina, a dare addosso ai Minibot, è stata la volta di Tria e quindi di Conte (cavalli di Troia n.1 e n.2).

Non avevamo dubbi che loro due erano dall’altra parte della barricata. Che abbiano smentito in modo così clamoroso ed in tempo reale esponenti di primo piano del governo di cui fanno parte non è solo un altro segnale che si sono messi l’elmetto, indica che oramai non abbiamo un governo, bensì due.

Come abbiamo scritto così non si può andare avanti. Tanto vale che si dichiari la crisi di governo e, sostituiti Conte e Tria, si vada in Parlamento a chiedere la fiducia.