Una sconfitta annunciata

Come volevasi dimostrare. Il raccolto è amaro. Non solo l’APPELLO DEI 100. Li avevamo messi in guardia: uniti ce la possiamo fare, divisi vi schianterete.

Si sono sfracellati contro il muro (infame) del 3%. Non lo avevamo detto solo noi: unità era il grido che saliva da tutte le piazze.

C’erano più senso di realtà e raziocinio alla base che nelle vanitose cabine di regia. I responsabili di questa Caporetto sono ora chiamati a fare un doveroso bagno di umiltà.

Dovranno riconoscere i loro errori e fare autocritica, altrimenti dovranno farsi da parte. Sembrano invece prevalere la presunzione, lo scaricabarile, la grottesca ricerca del capro espiatorio. Se nessuno deve pretendere atti di umiliazione, nessun colpevole può pretendere l’assoluzione.

Sarebbe bello che le conseguenze della sconfitta ricadessero solo sui generali che l’hanno causata. Purtroppo dovremo fare fronte a scoraggiamento e demoralizzazione.

Davanti a noi c’è una spaventosa salita, ma non c’è alternativa se non quella di aggredirla. C’è bisogno come il pane di un grande fronte d’opposizione. Ma come per il pane occorre il lievito, per fare fronte occorre un centro di spinta e di gravitazione.

Questo centro non può che essere un vero e potente partito politico. Vero e potente, dotato quindi di visione, strumenti adeguati, una sufficiente massa critica.

Non c’è nessun gruppo che possa riuscire nell’impresa contando solo sulle proprie forze. Occorre un processo costituente che raggruppi qui e ora le forze soggettive migliori e sperimentate. Hic Rodus, hic salta!

(26 settembre 2022)