A causa delle sanzioni alla Russia, l’Europa ingrassa gli Stati Uniti importando il loro gas liquefatto a prezzi stellari. Non solo quella italiana, ma tutta l’industria europea, a causa dei costi di produzione crescenti, saranno fatte a pezzi (anche) da quella americana. Dietro all’amicizia transatlantica… mors tua vita mea. In verità le cose andranno molto, molto peggio. Ce lo spiega l’insospettabile e ultraliberista Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera. Sarebbe cosa da prima pagina ma guarda un po’ questo articolo è stato ficcato in una sperduta rubrica…
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L’INDUSTRIA EUROPEA NELLE MANI DI BIDEN
Non mi ero reso conto fino in fondo di cosa stesse accadendo con il progredire dei mesi di questa terribile guerra in Ucraina. Razionalmente lo sapevo, ma non avevo tirato tutte le somme. Forse non sono stato il solo, in Italia e in Europa. Ma ora i fatti sono lì, davanti a noi: erano decenni che noi europei siamo più stati tanto nelle mani degli Stati Uniti sul piano militare, industriale, strategico.
E questa debolezza europea – se si protrae – è in grado di ribaltare le narrazioni degli ultimi vent’anni. Potrebbe non essere più l’Estremo Oriente a erodere la base industriale dell’Italia e dell’Europa. Quel ruolo potrebbe passare all’Estremo Occidente: l’America.
Cerco di spiegarmi e scusate (o ringraziatemi) se sarò meno prolisso e dettagliato del solito, ma l’avvento del nuovo governo ha invaso molti spazi di recente. Quello che vedete qui sopra naturalmente è Joe Biden, ritratto il 9 settembre quando il presidente americano ha visitato Licking County, Ohio, dove Intel farà sorgere una fabbrica di semiconduttori.
Un conoscente di Taiwan, che produce il 90% dei semiconduttori più avanzati al mondo con la Tsmc, dice sono nel 21esimo secolo quel che erano gli schiavi nell’antichità: fanno gran parte del lavoro e la maggiore potenza è quella che ne controlla di più.
Chip e non solo: le industrie e i sussidi in America
Biden lo sa: il suo Chips and Science Act dell’agosto scorso mette 50 miliardi di dollari di sussidi diretti a disposizione delle imprese private americane – Intel, Qualcomm, Micron, GlobalFoundries – per sviluppare semiconduttori sul suolo degli Stati Uniti. Uno degli obiettivi è liberare l’economia americana dalla sua dipendenza nei confronti di Taiwan, se o quando Pechino sferrerà il suo attacco all’isola.
Ma non è questo il solo settore industriale che Biden sta sussidiando fortissimamente. Dall’informatica quantistica, alle biotecnologie, all’idrogeno, alla produzione di pannelli solari e altre tecnologie per l’energia rinnovabili, la Casa Bianca è già impegnata a finanziare a fondo perduto la sua industria di frontiera per 100 miliardi di dollari all’anno per i prossimi cinque anni.
* Fonte: Corriere della Sera del 24 ottobre 2022
(21 novembre 2022)