Nell’aprile scorso esprimevamo il nostro giudizio sui tumulti che portarono alla defenestrazione del satrapo Kurmanbek Bakiev, e sottolineavamo come la rivolta combinasse una sporca lotta per bande tra lumpen-oligarchi, attriti geo-politici e pure fattori sociali legati agli squilibri regionali e alle differenze sociali cresciute dopo la cosiddetta “rivoluzione dei tulipani” del 2005.
In molti si chiedono quale sia la posizione russa sulla guerra in Afghanistan. Molto semplice: il Cremlino putiniano (smentendo le sciocchezze di certi eurasiatisti), è strenuamente dalla parte degli americani e della NATO. Il diritto di transito offerto agli occupanti è sì un dettaglio tattico, ma nel quadro di una nettissima opzione strategica, quella di […]