Vado subito al punto. Fossi stato un senatore ieri mi sarei astenuto (in senato l’astensione equivale a voto contrario) sul disegno di legge che istituisce la “commissione contro razzismo e antisemitismo”.
Giorni addietro commentavo l’intervista di Salvini in cui affermava lapidariamente che: «La Lega non ha in testa l’uscita dall’euro o dall’Unione europea. Lo dico ancora meglio: l’euro è irreversibile».
«La Lega non ha in testa l’uscita dall’euro o dall’Unione europea. Lo dico ancora meglio: l’euro è irreversibile». Matteo Salvini, 13 ottobre 2019 *******************
«Mi è arrivato un messaggio dal presidente della Regione Piemonte, è ufficiale: la primavera prossima avremo un referendum sul maggioritario, finalmente potranno votare 60 milioni di italiani, chi prende un voto in più vince e governa, chi perde non rompe le palle».
All’apice della sua forza politica Salvini — dopo che per mesi aveva ripetuto il contrario — ha deciso di far cadere il governo. Se non avrà, come pensiamo, le elezioni subito, pagherà caro aver dato retta a Giorgetti e alla cosca padana.
«Per me solamente una cosa è importante, l’Europa va rafforzata e chi la vuole fare fiorire mi avrà dalla sua parte, ma chi vuole indebolire questa Europa troverà in me una dura nemica». [Ursula von der Leyen]
Domenica la redazione titolava il mio commento ad un post di Alessandro Di Battista: “SPIEGATI MEGLIO”. Non era una domanda retorica. Davvero non mi sapevo spiegare — appena giunto il siluro della procedura d’infrazione da Bruxelles e mentre Salvini pare quello più deciso a tenere la posizione — il perché di quell’attacco virulento alla Lega […]
Scrivevo il 19 settembre dell’anno passato, quando iniziava il fuoco di fila del partito euro-tedesco per addomesticare il governo giallo-verde in vista della legge di bilancio: «Come volevasi dimostrare: il Ministro dell’economia Tria si rivela per quel che è, il Cavallo di Troia che l’èlite eurocratica, mallevadore Mattarella, ha infiltrato nel governo giallo-verde».
UN VOTO CONTRO L’UNIONE EUROPEA Un po’ tutti adesso convengono su un primo punto: in Italia come in Gran Bretagna le elezioni europee sono quasi come elezioni politiche anticipate. Per questo ciò che verrà fuori dalle urne avrà conseguenze dirette sul governo e gli equilibri politici.
Il successo può dare alla testa, anche ai populisti più scaltri. Se poi i populisti devono questo loro successo all’uso frenetico di Twitter e Facebook è facile, sul filo del tempo reale, compiere passi falsi, errori, addirittura porcherie.Mi riferisco alle porcherie che sempre più spesso compie Matteo Salvini.