Il trucchetto ideologico dell’occidente
Se una persona teme di essere accusata di razzismo, la miglior difesa è ribaltare l’accusa e definire “razzistiche” le critiche altrimenti difficilmente contestabili.
Se, ad esempio, vedo per strada un lombardo che picchia un nero e lo accuso di violenza razzista, lui mi risponderà che io odio i lombardi. Fine della discussione.

Ma, direte, questo ragionamento non sta in piedi, non verrebbe preso sul serio da nessuno. E infatti è proprio così. Ma se a farlo è uno Stato, supportato da altri Stati, allora diventa una “verità” che i mezzi d’informazione accettano senza nemmeno fornirne le prove.
E’ cronaca di questi giorni la presa di posizione italiana, seguita da Germania, Olanda, Polonia, Australia e Stati Uniti, contro il vertice sul razzismo dell’ONU (quello le cui sedi sono state bombardate a Gaza), perché le bozze preparatorie sono state giudicate “antisemite”. Ma che cosa c’è scritto di così insultante perché si diserti un incontro internazionale voluto dalle Nazioni Unite?
Semplicemente questo: ”La politica di Israele nei territori palestinesi rappresenta una violazione dei diritti umani, un crimine contro l’umanità e una forma contemporanea di apartheid (…) Esprimiamo preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato (…) Israele minaccia la pace internazionale e la sicurezza” (da ”Corriere della Sera” del 6 marzo 2009).
A chi obietta che è la presenza del leader iraniano a scandalizzare i nostri democratici governanti ricordo che l’Italia è stato il primo paese a decidere di non partecipare, proprio perché il documento preparatorio della conferenza osava esprimere quelle posizioni.
Pur ammorbidito in seguito, il documento è stato rifiutato lo stesso, perchè compariva la parolaccia “occupazione”, che come si sa appartiene al vocabolario antisemita più bieco.
In controtendenza la presenza del Vaticano, che ha suscitato le ire della comunità ebraica italiana. Il rabbino capo Di Segni ha definito “incendiarie” le parole del Papa sulla bontà del vertice, perché – a suo dire – “così si rischia, anche al di là delle intenzioni, di favorire l’antisemitismo”.
Non soltanto si confonde l’antisemitismo e l’antisionismo, ma si condanna come antisemita un giudizio politico che non mette in discussione l’esistenza d’Israele e quindi non è antisionista.
Infatti si limita a stigmatizzare la politica israeliana nei confronti dei Palestinesi. Ma a quanto pare o ci si sdraia sulle posizioni israeliane o si è arruolati a forza nelle fila naziste.
Ora leggo che Ajmadinejad ha detto, senza nominare Israele, che dal 1945 in Medio Oriente c’è uno stato razzista e che “sulle violazioni dei diritti umani esistono due pesi e due misure”. Francia e Gran Bretagna hanno abbandonato l’aula.
Il leader iraniano è un pericoloso antisemita negazionista, le bombe al fosforo sono innocue luminarie, i morti di Auschwitz si offendono, quelli di Gaza no. Amen.

20 aprile 2009