«Bisognerebbe arginare l’incontrollato sviluppo della Scienza asservita al profitto, senza il senso del limite, regola aurea in Natura». E’ questa la conclusione dell’articolo di Angelo Baracca ed Ernesto Burgio che pubblichiamo di seguito. I due autori prendono le mosse dalle conseguenze della manipolazione del vivente di Craig Venter, un tema che meriterebbe un dibattito ed una reazione ben diversa da quella che fino ad oggi ha suscitato.
Dove traballa la critica di Marcello Cini alla manipolazione del vivente di Craig Venter
di Angelo Baracca ed Ernesto Burgio
L’articolo di Marcello Cini «Una catastrofe “artificiale”» (Manifesto 10 luglio) è una delle migliori analisi della catastrofe del Golfo. Tuttavia mostra a nostro avviso un limite, quando affronta il problema delle possibili conseguenze dell’ultima frontiera della manipolazione del vivente: la sfida di Craig Venter, che ha recentemente proclamato l’avvenuta creazione nel proprio laboratorio di un microrganismo «quasi nuovo».
Condividiamo pienamente la denuncia di Cini della leggerezza con cui la comunità scientifica internazionale ha accolto e commentato questa notizia: e che raggiunge il culmine (tanto per non smentirci) nel commento addirittura entusiasta di taluni scienziati nostrani che non perdono mai l’occasione di utilizzare la propria autorevolezza per rassicurare i cittadini del Bel Paese dell’assoluta innocuità per la salute umana di inceneritori e Ogm e, più di recente, di una tecnologia vecchia, pericolosa e in netto declino come l’energia nucleare.
Il limite che riscontriamo nell’analisi di Cini consiste nel fatto che di fronte all’ennesima sfida di Venter, egli si limiti a segnalare il pericolo di “incidenti” più o meno probabili, puntando l’indice sulla possibile diffusione di «microrganismi artificiali» nell’ ambiente. Una critica che ci sembra minimalista a fronte di una ricerca che aspira dichiaratamente a modificare interi ecosistemi (per produrre energia dai batteri o addirittura per ridurre l’inquinamento e fermare il global warming), e che riecheggia le tesi (mai provate) dell’origine di malattie come l’Aids o la Sars, l’aviaria o la suina da virus o microrganismi manipolati o addirittura “ingegnerizzati” sfuggiti per errore da laboratori, militari e/o industriali (il confine tra i due settori essendo sempre più labile, tanto per ciò che concerne il biotech, che la produzione di energia nucleare: non si dimentichi che tra i principali mecenati e sponsor delle ricerche dello stesso Craig Venter compare, da anni, il Dipartimento USA per l’Energia, straordinariamente interessato all’applicazione delle biotecnologie genetiche al campo della produzione di «nuove forme di energia»).
E’ importante sottolineare come la tesi dell’incidente biologico sia non soltanto riduttiva, ma anche fuorviante e pericolosa: trascurando di mettere in luce i veri intenti dei novelli apprendisti stregoni, impedisce di riconoscere la componente più prometeica, se non luciferina, dei loro esperimenti. L’utilizzo di una terminologia mitico-metafisica non sembra eccessiva per la sua dichiarata volontà di dirigere un processo bio-evolutivo antico di miliardi di anni, ma fin qui «imperfetto perché privo di Intelligenza» (sic!). Il delirio messianico di Craig Venter è diretto al cuore informatico della Natura. Per cui se fino ad oggi potevamo dire che l’uomo rischiava di trasformare in modo irreversibile la Biosfera, oggi possiamo affermare che la nuova meta della biologia sintetica è la trasformazione della Genosfera, del patrimonio genetico universale che si è formato nel corso di miliardi di anni di co-evoluzione biologica.
Noi riteniamo che questa sia la vera essenza e pericolosità della sfida lanciata da Craig Venter, e che il maggior pericolo non derivi, come sembra suggerire l’apprezzabile articolo di Cini, dall’immissione, più o meno involontaria (accidentale), in ambiente di microrganismi geneticamente modificati (cioè di costrutti genici più o meno instabili e potenzialmente invasivi), ma appunto dalla deliberata volontà di interferire con un processo evolutivo, la cui efficienza è attestata, e per così dire garantita, da miliardi di anni di stupefacenti successi (la meravigliosa continuità che a parere di St. J.Gould rappresentava il mistero più grande). E’ purtroppo facile prevedere che queste interferenze sul codice segreto contenuto nel nucleo cellulare, avranno conseguenze altrettanto e più nefaste dell’intrusione nel cuore del nucleo atomico.
Gli equilibri eco sistemici e lo stesso processo evolutivo rischiano di essere trasformati in modo così imprevedibile e profondo (altro che i 1.700 metri del “maledetto buco”!) da rendere impossibile qualsiasi tentativo di recupero o riequilibrio. Ed è anche prevedibile che si susseguiranno nuovi tentativi di intervento, a proporre rimedi che non potranno che rivelarsi peggiori del male, perché la Natura seguirà il suo corso e non certo quello voluto dai novelli apprendisti stregoni come sta già avvenendo con le oltre 101mila molecole di sintesi che stanno disorientando i meccanismi molecolari di segnalazione intercellulare e con i residui del ciclo nucleare, che hanno introdotto processi “artificiali” che la Terra non sa metabolizzare.
Bisognerebbe arginare l’incontrollato sviluppo della Scienza asservita al profitto, senza il senso del limite, regola aurea in Natura. La concezione della “Pacha Mama” dei popoli indigeni sudamericani appare molto più avanzata della presuntuosa Scienza dei nostri apprendisti stregoni.
Pubblicato sul Manifesto del 18 luglio