Con l’arresto dei No Tav lo Stato indica la strada della repressione contro chi si oppone all’ordine dei padroni.
PIENA SOLIDARIETA’ A TUTTI GLI ARRESTATI!
Lo ha detto Alberto Perino, uno dei leader dei No Tav della Val di Susa: «gli arresti sono un’operazione mediatica, avvenuta proprio nel momento in cui l’Italia prende fuoco». Difficile, infatti, non vedere nel blitz di stamattina una chiara intimidazione nei confronti di chi sta iniziando a lottare contro il governo Monti.
La grande mobilitazione del Movimento dei Forconi in Sicilia, quella in corso in Sardegna che ha portato all’occupazione di una dozzina di municipi, la manifestazione di ieri dei pescatori davanti alla Camera, il blocco dei camionisti in tutto il Paese. Segnali di un risveglio sociale che spaventa il potere, e che domani vedrà in piazza diverse sigle del sindacalismo di base.
Contro questi primi fuochi di rivolta, il governo delle banche usa due armi: quella della diffamazione e quella della repressione. Lo scopo è duplice: intimidire e dividere, impedendo in particolare la saldatura dei diversi fronti di lotta aperti, nella certezza che altri a breve si apriranno.
L’operazione contro i militanti No Tav era certo in preparazione da tempo, ma la tempistica non lascia spazio a dubbi. Lo Stato, attraverso gli apparati giudiziari e polizieschi – evidente in questo caso il ruolo del solito Caselli – ha deciso di mostrare i muscoli. Lo si è visto anche con le cariche contro i pescatori a Roma (5 feriti) e con l’arresto di 11 camionisti nella giornata di ieri.
Fatti diversi, protagonisti diversi, ma il governo Monti ha bisogno della pace sociale, e i fatti di questi ultimi giorni sono invece una chiamata alla lotta. La solidarietà con tutti gli arrestati di questa mattina – ventisei trasferiti in carcere, 15 con obbligo di dimora, 1 ai domiciliari, 1 con divieto di dimora in provincia di Torino – deve essere piena ed incondizionata.
Colpire alcuni dei protagonisti della lotta valsusina equivale a colpirne le ragioni. Una cosa tuttavia sembra certa, il movimento No Tav non pare avere alcuna intenzione di farsi intimidire. Questa sera si terrà a Bussoleno una fiaccolata per chiedere l’immediata scarcerazione degli arrestati. Mentre il corteo, già programmato per sabato 28 a Torino, sarà certamente un momento di forte risposta di massa alla repressione.
Se l’operazione di stamattina vuole essere un avvertimento a chi non piega la testa davanti all’ordine di lorsignori, la solidarietà attiva con gli arrestati è la miglior risposta che possiamo dare. Che ognuno faccia la sua parte con ogni mezzo a disposizione!