Papa Francesco, la Nato, il globalismo e il Grande reset

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Un Pontefice multipolarista e contro Davos

Avevo avuto modo di scrivere ancora nel 2021 che la inevitabile rinascita del “nazionalismo cristiano” grande-russo – che avevo motivo per collocare agli inizi dell’anno 2022, anno della tigre siberiana – avrebbe rimesso in moto la Storia (https://www.sollevazione.it/2021/12/2022-lanno-della-tigre-di-o-g.html); avevo poi considerato poco dopo l’inizio dell’Operazione militare speciale Z (zapad, ovest), Operazione militare tipica di un contesto ormai definitivamente multipolare, che probabile effetto di questa sarebbe stata la formazione di un fronte di civiltà Sino-Indo-Iraniano come avanguardia di un neo-egemonismo antagonista alla tecnocrazia militarista occidentale di Londra, Pentagono e Davos (https://www.sollevazione.it/2022/03/lindia-e-di-nuovo-in-piedi-di-o-g.html).  A differenza di quanto vogliono farci credere i media, quasi tutti angloamericani di casa nostra, con la parziale e lodevole eccezione de Il Fatto Quotidiano, il Vaticano di Francesco è oggi una forza multipolarista e non occidentalista. I quotidiani e gli organi di informazione, che davano erroneamente per scontata la benedizione vaticana della “guerra santa” e della crociata anti-ortodossa, anticristiana, del nazionalismo imperialista di Londra e Biden, hanno dovuto addirittura censurare Francesco in questi giorni. Il Pontefice è stato  negli ultimi anni, all’interno del contesto culturale e “politico” europeo, l’unico autentico, coerente oppositore del globalismo di Davos e del Great Reset. Nel corso degli Auguri alla Curia, nel Natale 2021, di fronte alle derive formalmente laiciste, sostanzialmente cristianofobe, dell’Unione Europea, Francesco ha denunciato nell’ideologia gender europeista una manifestazione di quella medesima dottrina totalitarista la quale, originando dal fanatismo messianista del rivoluzionarismo francese e dal bonapartismo ha prodotto i totalitarismi anticristiani del secolo passato. Citando le rivoluzioni ateiste del passato come forme di Great Reset il Pontefice sosteneva che il progetto del nichilismo è comunque il medesimo, sradicare il sentimento del divino e del Cristo dall’anima umana. Sempre nel dicembre 2021, nel volo di ritorno dopo il viaggio in Cipro ed in Grecia, Francesco affermava che vi erano due grandi pericoli antidemocratici nella vita sociale europea, rappresentati dal populismo da un lato, che non andava confuso con il sano ed evolutivo nazionalpopolarismo comunitario; dal globalismo del Grande Reset dall’altro, fondato apertamente sulla folle teoria, per Francesco, dell’azzeramento delle nazioni, dei valori tradizionali popolari, delle famiglie naturali, dell’eterosessualità e delle identità nazionali. Un attacco totale e diretto alla dottrina Soros-Rothschild-Schwab. Il Pontefice poi precisava ancora più chiaramente:

“C’è un romanzo scritto nel 1903 da Robert Hug Benson, “Il padrone del mondo”, che sogna il futuro in un governo internazionale, antinazionale propriamente, che con misure economiche e politiche governa tutti i Paesi. Quando si dà questo tipo di governo si prende la libertà delle patrie e si cerca di fare un’uguaglianza livellata fra tutti e c’è una superpotenza che detta i comportamenti culturali, economici e sociali”.

Peraltro, nel corso del medesimo viaggio in Grecia, Francesco chiedeva ripetutamente perdono a tutti i cristiani d’Oriente per le scelte strategiche euro-occidentaliste compiute dal Vaticano nel passato, in quanto avevano calpestato il principio di indipendenza nazionale e nazionalità che per i vari patriarcati ortodossi è appunto un sacro principio ed esprimeva, ancora una volta, particolare vicinanza al Patriarcato di Mosca di Cirillo I (https://www.sollevazione.it/2022/03/la-chiesa-ortodossa-russa-e-loperazione-z-di-o-g.html).  Il DDL Zan, che il Governo di Davos e Bidenita in carica a Roma dava per scontato, si scontrava, come si ricorderà, con la ferma opposizione morale e politica della Santa Sede. Nel marzo 2021 il viaggio storico del Pontefice nella città santa di Najaf, con l’importante incontro con l’Ayatollah Al-Sistani, veniva salutato dal portavoce del Ministero degli esteri iraniano Saeed Khatibzadeh come un costruttivo incontro di cooperazione verso il nuovo universo multipolare non più angloamericanista. Se negli anni precedenti, altresì, Francesco aveva espresso una moderata apertura verso la teoria del “climate change”, la più che parziale identificazione di questa teoria con l’ultra-progressismo della Cancellazione di Storia, Cultura nazional-popolare, Tradizione, Religione portava di recente il Pontefice a prendere le distanze da una tale deriva. Antonio Spadaro, originario ideocrate del bergoglismo, continuava a radicalizzare la tradizionale posizione gesuitica: elitista, globalista, eurocentrista e post-modernista. Il Pontefice, viceversa, ha rafforzato  sempre di più le proprie posizioni “conservatrici”, neo-umanistiche e decisamente multipolari partendo da una saggia e equilibrata prospettiva italiana e mediterranea. Già nella sua ultima Enciclica (Fratelli Tutti), Francesco considerava di fatto morta l’ideologia globalista del capitalismo e della tecnocrazia. Oggi la conferma della morte del globalismo arriva niente di meno che da Fink (Black Rock).

La strategia della NATO è “pazzia”

Se Padre Spadaro, che già in passato aveva mostrato di non apprezzare particolarmente la teologia ortodossa e la Kultur russa, ha tratto spunto dai recenti interventi di Cirillo I per contrastare la politica religiosa, a suo avviso troppo conservatrice e tradizionalista, del Patriarcato di Mosca, guardandosi bene dal prendere di mira anglosassoni o occidentali, Francesco non ha perso tempo nel condannare su tutta la linea “la pazzia” dei vari Biden, Macron, Draghi, Johnson lasciando invece più d’una porta aperta al Patriarcato di Mosca.

La vera risposta dunque non sono altre armi, altre sanzioni. Io mi sono vergognato quando ho letto che non so, un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il due per cento, credo, o il due per mille del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia! La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso –, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare (Cfr. https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/03/24/0206/00439.html).

Parole molte forti e determinate quelle del Pontefice, che arrivano guarda caso poco dopo quelle di Mons. Giovanni Ricchiuti, Presidente di Pax Christi Italia, il quale ha da giorni indicato senza soluzione di continuità nell’espansionismo imperialista della NATO la causa di quanto sta avvenendo in Ucraina. Di notevole importanza è quindi il fatto che il Pontefice, il 24 marzo nel corso dell’Udienza con il Centro Femminile Italiano, nel generale clima di piena “pazzia” imperialista suprematista occidentale, abbia addirittura posto come modello di cura pedagogica politica, antimaterialista e antinichilista, la scuola di Gesù e di Gandhi, il profeta e il massimo sperimentatore storico – quest’ultimo – della Disobbedienza Civile:

E ho voluto parlare di questo con voi per ricordare a me stesso e a tutti, a partire da noi cristiani, che questo cambiamento di mentalità riguarda tutti e dipende da ciascuno. È la scuola di Gesù, che ci ha insegnato come il Regno di Dio si sviluppi sempre a partire dal piccolo seme. È la scuola di Gandhi, che ha guidato un popolo alla libertà sulla via della nonviolenza. È la scuola dei santi e delle sante di ogni tempo, che fanno crescere l’umanità con la testimonianza di una vita spesa al servizio di Dio e del prossimo. Ma è anche – direi soprattutto – la scuola di innumerevoli donne che hanno coltivato e custodito la vita; di donne che hanno curato le fragilità, che hanno curato le ferite, che hanno curato le piaghe umane e sociali; di donne che hanno dedicato mente e cuore all’educazione delle nuove generazioni. (Cfr.  https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/03/24/0206/00439.html).

Non va infine trascurato che chi abbia seguito con particolare attenzione gli orientamenti e le prese di posizione di Francesco, dal giorno iniziale dell’Operazione militare speciale Z sino a ora, abbia potuto notare una chiara condanna pontificale del pensiero meccanicistico e tecnocratico di radice illuministica ed una piena riabilitazione dell’orizzonte organicistico romantico cristiano, centro-europeo e mediterraneo, nato proprio in reazione all’astratto illuminismo occidentale ed all’intellettualismo tecnicistico. La via che sembra voler percorrere il Pontefice, in questo tragico e decisivo frangente storico, è così quella di una radicale teologia cattolica sociale multipolarista ben salda nella dimensione dell’universale umano e nella legittimità sacrale di quelle culture nazional-popolari e tradizionali che i Globalisti di Davos e del Pentagono vogliono assolutamente annientare, a costo di una serie di Black out energetici e alimentari o di quella Terza Guerra Mondiale contro la Grande Asia Egemone (India, Iran, Cina, Pakistan, Afghanistan, Vietnam) per cui stanno alacremente lavorando.

26 marzo 2022