Un’altra macabra scoperta nei pressi di La Macarena , un paese a 200 km a sud di Bogotá, dove è stata rinvenuta quella che si ritiene essere la più grande fossa comune sinora rinvenuta in Colombia, con circa 2000 corpi non identificati, interrati dall’esercito nei pressi del cimitero. Il sindaco di questa località, Eliécer Vargas, si è affrettato a negare l’esistenza di questa fossa: “E’ una pura menzogna”, ha affermato il politico, appartenente al Partito Conservatore, che fa parte della coalizione uribista: “A La Macarena non c’è alcuna fossa comune”.
Secondo le denunce di ONG e della stampa internazionale, i paramilitari di Stato ed i militari hanno assassinato, smembrato ed interrato in questa fossa civili senza nome; alcuni di essi probabilmente sono “la moltitudine di leader sociali, contadini e difensori delle comunità che sono spariti senza lasciare traccia”, secondo quanto riportato dalla popolazione locale a Jairo Ramírez, del Comitato Permanente per la Difesa dei Diritti Umani.
Alcune settimane fa Ramírez si era recato sul luogo con una delegazione di parlamentari inglesi. “Quello che abbiamo visto è stato agghiacciante”, ha dichiarato al giornale spagnolo Público, aggiungendo che si tratta di “un’infinità di corpi, e in superficie centinaia di placche in legno, bianche, con l’iscrizione NN e con date dal 2005 ad oggi”.
Nonostante ciò, il sindaco di La Macarena ha riferito che, come in tutti i paesi, c’è un cimitero ed è lì che “ci sono 2000 corpi di morti degli ultimi cinquanta anni. Probabilmente alcuni non sono identificati”.
“Il governo non intende indagare”, ha affermato il sociologo Alfredo Molano al giornale spagnolo, segnalando che “nemmeno negli anni Cinquanta c’è stata in Colombia tanta brutalità come quella che mostrano le azioni dei paramilitari”. Secondo Molano, “il governo permetterà solo che vengano alla luce alcune tombe”.
“Queste sono affermazioni sensazionalistiche dei giornalisti, che vogliono danneggiare l’immagine di La Macarena ”, ha sentenziato il sindaco Vargas cercando di coprire il Sole con un dito.
La scoperta di alcune fosse comuni nel paese è stata resa possibile dalle confessioni di paramilitari, rilasciate per ottenere gli (ingenti) benefici della Legge di Giustizia e Pace, voluta dal governo Uribe, vero e proprio colpo di spugna per gli orribili delitti commessi dai gruppi di estrema destra.
Recentemente, John Jairo Rentería, alias “Betún”, ha rivelato ad un magistrato di aver smembrato ed interrato “almeno 800 persone” nella tenuta Villa Sandra, dipartimento del Putumayo.
Il cinismo dei politici sodali del narcopresidente Uribe ha dell’incredibile; e dal loro capo questi criminali in giacca e cravatta hanno imparato a mentire spudoratamente, anche di fronte all’evidenza dei fatti, ben sapendo di avere a disposizione i media oligarchici pronti ad amplificare e ripetere all’infinito le loro falsità. Decine di migliaia di desaparecidos semplicemente non esistono; le fosse comuni sono un’invenzione giornalistica. La violenza, che permea la società colombiana ed è scatenata dal governo contro gli oppositori politici, sindacalisti, difensori dei diritti umani, studenti, contadini, un dato “in diminuzione”, a dispetto di tutte le statistiche che affermano il contrario. Ma un regime fascista e corrotto, marcio dalle sue fondamenta, è destinato a crollare miseramente, e i responsabili di questi efferati crimini dovranno rendere conto al popolo colombiano delle loro malefatte.
da http://www.nuovacolombia.net/