Honduras: il colpo di Stato legittimato dagli Stati Uniti

In seguito alle elezioni del 29 novembre 2009 segnate da una forte astensione e inficiate di frode, Porfirio (Pepe) Lobo avvia la successione di una dittatura che ha estromesso con la forza il presidente legittimo Manuel Zelaya, il 27 gennaio 2010. Così, Porfirio Lobo entra al supremo magistero in un paese in cui gran parte degli elettori non lo riconoscono. La resistenza ha il merito di aver svegliato la coscienza politica di un gran numero di cittadini che pensano che questo passaggio di poteri non serva che a legittimare i golpisti allo scopo di incoraggiare altri rovesci di governi progressisti nella regione.

La collusione tra la dittatura militare e Porfirio Lobo non potrebbe essere più chiara. A titolo d’esempio, costui preferì restare in Honduras e rimandare il suo viaggio negli Stati Uniti, dove aveva l’abitudine di recarsi per il suo compleanno, allo scopo di assistere all’omaggio delle Forze armate in onore dei suoi 62 anni, il 22 dicembre 2009. Ricordiamo che le forze armate sono direttamente implicate nel colpo di stato e Porfirio Lobo aspetterà il 26 febbraio per sostituire il generale Romero Vasquez Velàsquez, capo delle forze armate.

Anche dopo aver ufficialmente lasciato il potere, Roberto Micheletti, sostenuto dall’Opus Dei, riceve gli elogi del cardinale Oscar Rodriguez: “Oggi è un giorno speciale per rendere grazie a Dio, con la vergine Maria, per il nostro Honduras, per la libertà, la sovranità e l’indipendenza che don Roberto Micheletti ha saputo difendere con le forze armate e al fianco delle migliaia di honduregni che vogliono contribuire a risolvere e non a creare problemi”, proclamò durante una messa celebrata il 3 febbraio 2010, alla presenza del nuovo capo di stato Porfirio Lobo (1).
Alla vigilia dell’accesso di Lobo al Palazzo Presidenziale il 27 gennaio scorso, il parlamento votava l’amnistia per ogni persona implicata nella oscura storia della dittatura. Il presidente Manuel Zelaya rovesciato dai golpisti, lascia l’ambasciata del Brasile a Tegucigalpa, dove aveva trovato rifugio per più di quattro mesi, per raggiungere la Repubblica Dominicana.

Occorre dire che l’elezione organizzata sotto il regno del sanguinario dittatore è stata riconosciuta da Hillary Clinton. Con Hugo Llòrens, ambasciatore statunitense sempre in sede, essa si è complimentata il 9 dicembre con Porfirio Lobo, vincitore contestato delle urne (2). Già solo qualche giorno dopo le elezioni, Hugo Llòrens gli ha telefonato per augurargli buona fortuna assicurandogli che gli Stati Uniti lavoreranno con lui per il bene dei due paesi; “Le nostre relazioni saranno molto forti”, conclude.

Obama, la cui campagna è stata in gran parte finanziata dalla grande banca di investimenti Goldman Sachs (la medesima che è accusata di aver falsificato i conti del debito greco), non smarrisce il senso degli affari e il 29 gennaio, due giorni dopo l’investitura di Porfirio Lobo e la partenza in esilio politico di Manuel Zelaya, gli Stati Uniti annunciano la ripresa del loro aiuto finanziario di 30 milioni di dollari l’anno all’Honduras. “L’isolamento dell’Honduras non è una buona cosa. A Washington, cerchiamo già il modo di riprendere la nostra assistenza economica”, spiegava allora l’ambasciatore Hugo Llòrens.

Il 10 febbraio, è la volta della Banca Mondiale di riprendere il servizio e di annunciare una ripresa dell’aiuto all’Honduras con un prestito di 390 milioni di dollari. Juan José Daboub, direttore generale della banca, che firma con Porfirio Lobo la riapertura dei crediti, afferma: “Per la Banca centrale, è importante annunciare che siamo qui per continuare ad aiutare il popolo honduregno, in particolare i più vulnerabili” (3). Che ipocrisia quando si sa per certo che questi nuovi prestiti non faranno che appesantire un debito che pesa già enormemente sulla popolazione di questo piccolo paese povero molto indebitato (iscritto nell’iniziativa PPTE).

Infine, il 5 marzo, il FMI riconosce ufficialmente il governo di Porfirio Lobo e riapre la linea di credito momentaneamente sospesa: 160 milioni di dollari sono così sbloccati e, per riprendere la famosa espressione di John Perkins, una missione composta “da assassini finanziari” dell’istituzione si prepara già a recarsi sul posto. Vi lasciamo indovinare il seguito… L’Unione Europea, ispirata dagli stessi interessi neoliberali dice di voler rilanciare i negoziati con l’America Centrale (4). Lo conferma la visita in America Centrale di Juan Pablo De Laiglesia, responsabile per l’America Latina, in vista di un accordo associativo tra l’UE e la regione.

Questa visita avviene una settimana dopo il ritorno al loro posto dei due ambasciatori spagnolo e francese (l’ambasciatore spagnolo che era stato richiamato tre giorni dopo il colpo di stato, ha ripreso il suo posto a Tegucigalpa il 4 febbraio). De Laiglesia ne approfitterà per invitare Lobo a Madrid in occasione del vertice UE – America Latina e Caraibi nel maggio prossimo. L’importantissimo contro-vertice che si prepara in questa occasione nella capitale spagnola con rappresentanti dei movimenti sociali dei due continenti, non mancherà di denunciare questo presidente illegittimo, erede della dittatura.

Secondo Juan Barahona del FNRP (Frente Nacional de Resistencia Popular), la “Commissione della Verità” proposta dal governo e inclusa negli accordi Tegucigalpa/San José per indagare sui crimini commessi durante la dittatura “non ha senso”, essa serve a “lavare” il colpo di Stato al fine di assicurare l’appoggio della comunità internazionale. “Essi fanno le cose al contrario: prima dichiarano liberi da ogni peccato i golpisti e adesso vogliono formare la Commissione della Verità; la Commissione può dire ciò che vuole, ma questo rapporto non ha senso”, dice (5).
Parodia della storia, Lobo, peraltro uno degli istigatori del colpo di Stato, lancia in tutta impunità un mandato di arresto internazionale nei confronti dell’ex presidente Zelaya e di cinque membri della sua squadra di governo per atti di supposta corruzione.

Tuttavia, la lotta determinata della resistenza prosegue e il CADTM (Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo) tiene a ringraziare vivamente le cittadine e i cittadini solidali, come quelle e quelli che tramite il CADTM Grenoble la sostengono finanziariamente. Dobbiamo proseguire le mobilitazioni affinché i nostri governi e l’UE non riconoscano questo governo illegittimo, ed esigere che un’inchiesta indipendente si organizzi immediatamente per giudicare i numerosi crimini commessi sotto la dittatura di Micheletti e che proseguono sotto il governo Lobo.

Tradotto dal sito: http://www.michelcollon.info
Traduzione dal francese per l’Ernesto online a cura di Massimo Marcori

NOTE

[1] “Hoy es un dia especial para darle gracias a Dios, por medio de la virgen Maria, por nuestra Honduras, por la libertad, la soberania e independencia que don Roberto Micheletti supo defender con las Fuerzas Armadas y junto a miles de hondurenos que deseamos ser parte de las soluciones y no de los problemas”.

[2] El Pais, 30 novembre 2009:
EE UU reconoce a Lobo como nuevo presidente de Honduras

[3] “Para el Banco Central, es importante anunciar que estamos aqui para continuar ayundando al pueblo hondureno, specialmente a los màs vulnerables”.

[4]http://www.laprensahn.com/Negocios/Ediciones/2009/12/09/Noticias/La-UE-pide-retornar-negociacion-con-CA

[5] “estàn haciendo las cosas al revés: primero declaran libres de decado a los golpistas y ahora quieren formar la Comision de la Verdad; la Comision puede decir lo que quieta, pero ese informe ya no tiene ningun sentido”