Libertà per Joaquìn Pérez Becerra, no alla sua estradizione dal Venezuela alla Colombia

Invitiamo tutte le associazioni,  organizzazioni, collettivi, comitati, partiti, sindacati, centri sociali, media alternativi, intellettuali, lavoratori e persone solidali con le  lotte dei popoli a sottoscrivere questo appello, che faremo pervenire alle  sedi diplomatiche venezuelane in Italia ed al Governo Bolivariano del Presidente Chávez. Le adesioni vanno comunicate a nuovacolombia@yahoo.it

Su richiesta del presidente fascista  colombiano Juan Manuel Santos, sabato 23 aprile le autorità venezuelane  hanno arbitrariamente arrestato, al suo arrivo all’aeroporto  internazionale di Maiquetía, il compagno Joaquín Pérez Becerra, direttore dell’Agenzia di Notizie Nuova Colombia (ANNCOL).
Secondo il comunicato ufficiale del governo  venezuelano, “il cittadino Joaquín Pérez Becerra è ricercato dagli  apparati della giustizia della Repubblica della Colombia attraverso  l’Interpol, con una circolare rossa”, accusato di finanziamento del  “terrorismo” e collaborazione con esso. Il suddetto comunicato finisce con un  paragrafo agghiacciante, assolutamente non degno di uno Stato e di un  governo che si definiscono “rivoluzionari” e “bolivariani”: “Il Governo  Bolivariano ratifica in questo modo il suo impegno irriducibile nella  lotta contro il terrorismo, la delinquenza ed il crimine organizzato,  nella stretto rispetto degli impegni e della cooperazione internazionale, guidato dai principi di pace, solidarietà e rispetto ai diritti umani”  (sic!). Joaquín Pérez Becerra non è un  guerrigliero, e ancor meno è un terrorista o un delinquente: è un  giornalista ed attivista per la pace con giustizia sociale, rifugiato  politico in Svezia sin dagli anni ’90 quando, essendo dirigente sindacale  e militante del movimento politico legale Unión Patriótica  (sterminato dal regime colombiano), fu costretto all’esilio dopo che sua  moglie venne sequestrata ed assassinata dal terrorismo di Stato. Ciò nonostante, Joaquín non ha mai smesso  di adoperarsi per la pace con giustizia sociale per il popolo colombiano,  denunciando dal portale web di ANNCOL il regime mafioso di Bogotá, la  violazione sistematica dei diritti umani, il modello neoliberale e le menzogne che i media dell’oligarchia colombiana vomitano quotidianamente  per negare l’esistenza di un conflitto sociale ed armato e tacciare di  “terrorismo” qualsiasi opposizione popolare, armata e non. Gli interessi di Stato che hanno spinto il  Presidente Chávez a sottoscrivere recentemente accordi economici,  energetici e commerciali con lo Stato paramilitare capeggiato da Juan  Manuel Santos, non lo autorizzano in alcun modo sul piano etico ad  estradare in Colombia gli oppositori a quel regime sanguinario; e non  giustificano, a livello politico, concessioni infami ad un’oligarchia telediretta da Washington, che giammai serviranno a scongiurare i piani  dell’imperialismo di distruggere il processo bolivariano capeggiato dal  Presidente Chávez, che il bolivariano Joaquín Pérez ed ANNCOL hanno sempre  difeso a spada tratta. Consegnare alla Colombia il direttore di ANNCOL significherebbe non solo infangare irrimediabilmente l’immagine del  governo bolivariano e pregiudicarne la credibilità, ma anche condannare a  morte Joaquín, che verrebbe torturato e rinchiuso in un carcere  controllato dai macellai paramilitari.

CHÁVEZ, NON CADERE NELLA TRAPPOLA  DI SANTOS: NON ESTRADARE JOAQUÍN, LIBERALO!

da http://www.nuovacolombia.net