Messaggio dei prigionieri politici e di guerra, carcere ERON Picota, Bogotá, Colombia

Riceviamo e pubblichiamo di seguito la dichiarazione di solidarietà ai 20.000 prigionieri politici egiziani, inviata da parte dei prigionieri politici e di guerra rinchiusi nel terribile carcere di massima sicurezza ERON La Picota a Bogotá, dove lottano contro le inumane condizioni di detenzione. Un bell’esempio di fraternità da seguire. – (Tlaxcala)

La libera autodeterminazione dei popoli è un diritto inalienabile che gli USA e i paesi dell’emisfero settentrionale calpestano sotto gli interessi predatori del proprio sistema decadente, attraverso l’invasione, l’annichilimento, la tortura, il terrore e il confinamento dietro muri e sbarre delle nazioni che vogliono prendere in mano le redini dei propri destini.

Nella sua storia, l’umanità ha contato su lacchè di diversa stirpe. Mercenari che hanno disonorato perfino la condizione culturale delle proprie origini. Questi infami  tengono l’Egitto sprofondato in ciò che il nostro continente latinoamericano credeva fosse superato. Intanto, in altre latitudini  si innalzano dittature militari affiliate agli interessi usamericani, gli stessi che nelle nostre terre hanno seminato desolazione.

Tuttavia, gli immiseriti abitanti della nostra America Latina hanno fatto della morte e della sottomissione un canto di vita, un grido di rivolta, alzando i pugni senza temere il proprio sacrificio contro il più terribile impero che sia mai esistito. Le trincee e le barricate, le idee e la prassi rivoluzionaria trasformata in combattimento, oggi fanno soffiare sul nostro continente venti di cambiamento di fronte all’assalto neofascista.

L’Egitto affronta una grave e profonda crisi umanitaria, sotto il regime del terrore della dittatura militare allineata alle bandiere del Nord, nel complice silenzio dei paesi che sventolano bandiere di libertà e democrazia. Bandiere che pretendono di dar loro il diritto di poter dichiarare la devastazione del popolo palestinese nel nome di ciò che sfacciatamente chiamano “guerra al terrorismo”.

Il popolo egiziano, così come tanti altri nel mondo, sta conducendo una battaglia forse definitiva contro un sistema in declino che mostra il suo peggior volto, bestiale, scaltro, criminale, inumano.

Intanto l’Europa, con i suoi discorsi totemici e ipocriti considera con disprezzo il grido di giustizia e libertà di questa nazione africana, pretendendo di rendere invisibile il dramma di tanti esseri umani prigionieri che vengono condotti al patibolo, mentre migliaia di altri vengono violentati e torturati.

In Egitto come in Colombia, le carceri si sono trasformate in centri di tortura, di morte di massa.

I presunti partiti europei della speranza, sembrano occuparsi più dei propri interessi settari che delle loro gravi condizioni umanitarie.

Noi, i prigionieri politici e di guerra egiziani, palestinesi, baschi, colombiani e tutti quelli che lottano per un mondo fattibile e umano, abbiamo il compito imprescindibile di squarciare il misero silenzio imposto sull’aberrazione che viviamo. Tocca a noi mettere in moto azioni di lotta – non solo di resistenza – per riuscire nell’obiettivo che ci riguarda: rompere le catene del silenzio e dell’infamia mondiale.

Solidarietà ai prigionieri politici del popolo egiziano e alla loro libera autodeterminazione.

I PRIGIONIERI POLITICI E DI GUERRA DEL CARCERE ERON PICOTA
BOGOTÁ – COLOMBIA – SUD AMERICA

Da Tlaxcala