«O si riallineano i Trattati europei alla Costituzione italiana, oppure il nostro Paese recede unilateralmente dall’Unione europea, costi quel che costi». Questo è stato, assieme ad altri non meno importanti, un passaggio della Conferenza stampa svolta il 16 novembre scorso da Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia, presentando la LISTA DEL POPOLO
Le cantonate capitano. Chi non le prende alzi la mano! Quando però diventano troppe sullo stesso argomento, esse ci segnalano qualcosa che non va. E ci obbligano a qualche riflessione.
La giornata di venerdì andrà ricordata per il primo sciopero in Italia dei lavoratori dello stabilimento Amazon di Castel Santangelo, Piacenza. Magazzino storico del colosso dell’e-commerce che si occupa di stoccare e spedire migliaia di prodotti in tutta Italia.
Dopo 60 anni di attesa, annuncia la ministra della Difesa Roberta Pinotti, sta per nascere a dicembre la Pesco, «Cooperazione strutturata permanente» dell’Unione europea nel settore militare, inizialmente tra 23 dei 27 stati membri*.
In Italia non sono pochi coloro che si sono innamorati del’indipendentismo catalano. Come spesso accade l’infatuazione fa a pugni con la ragione. Ciò vale anzitutto per certa estrema sinistra che ha scambiato l’attuale indipendentismo catalano con la Catalogna eroica della guerra civile degli anni ’30.
Ieri sono avvenuti due fatti che il “senso comune globalista” vorrebbe far passare come “normali” e che “normali” non sono per niente. Il primo è la condanna all’ergastolo per “crimini contro l’umanità” e “genocidio” ai danni del generale serbo Ratko Mladic.
«Il Giro è una grande campagna mediatica, di quelle che scollano le parole dai fatti», scrive Flavia Lepre. «Nell’immediato serve a Israele per distrarre dalla sua aperta volontà d’impossessarsi non solo di tutta Gerusalemme ma anche della Valle del Giordano e di altre aree della Cisgiordania e di umiliare la parte palestinese»
Risposta a Michela Murgia Ho avuto la ventura di leggere uno scritto di Michela Murgia ove si parlava di “matria” (sic!), deridendo la vecchia patria e proclamando quest’ultima non solo moneta fuori corso, ma addirittura questione pericolosissima.
Non stupisce che si tratti dell’argomento del momento per i media di mezzo mondo, giacché siamo in presenza di crisi di notevole portata che potrebbero squilibrare ancor di più il già squilibrato Vicino Oriente. E si tratta di due fatti fra loro probabilmente collegati.
Molti miei amici che “stanno” su Facebook mi chiedono perché mai non faccia altrettanto. Secondo loro, sulla falsariga di Noam Chomsky, se uno non si fa vedere sui “social” semplicemente non esiste. Non so, rispondo, ci debbo pensar su. In effetti ci penso da qualche anno, ma siccome ci penso, per dirla con Cartesio, evidentemente sono, malgrado […]