Aiutiamo la pace in Darfur!
Sosteniamo il Sudan!
Respingiamo le ingerenze imperialiste e la decisione del TPI!
1. Il Campo Antimperialista sostiene in linea di principio i diritti all’autodeterminazione e all’autogoverno, riguardino essi nazioni, popoli o comunità.
2. Il particolare non può tuttavia prevalere sul tutto. Questi diritti non sono sacri né intangibili, sono invece una parte del più generale programma democratico ed egualitario, ovvero della lotta antimperialista contro ogni forma di oppressione, di colonialismo e di sfruttamento.
3. Fa parte della tecnica di dominio imperialistica che le grandi potenze camuffino i loro interessi predatori con la politica del divide et impera, oppure erigendosi a difensori dei diritti umani, della democrazia e della liberazione dalla tirannia.
4. Gli Stati Uniti d’America, sempre spalleggiati dall’Unione Europea, sono da sempre i campioni del mascheramento della propria politica neocolonialista con belle frasi sulla libertà e la democrazia. E’ in nome della libertà e della democrazia che aggrediscono i popoli, che massacrano intere nazioni, che sostengono il regime genocida di Israele. Questo è adesso il caso del Sudan.
5. Allo scopo di abbatterne il governo patriottico, prima il Sudan è stato inserito nella Lista Nera dei paesi Canaglia che sostengono il terrorismo (e per questo è stato sanzionato), poi è stato sollevato il cosiddetto “genocidio del Darfur”. Infine gli Usa, pur non riconoscendone la legittimità quando si tratta di punire i suoi crimini e senza nemmeno il sostegno delle Nazioni Unite, hanno spinto la Corte Penale Internazionale dell’Aia a spiccare un mandato di cattura per “genocidio” il presidente del Sudan Omar al-Bashir. Questo Tribunale, lo stesso che ha ingiustamente condannato e quindi ucciso Slobodan Milosevic come altri patrioti jugoslavi e serbi, lo stesso che chiude tutti e due gli occhi sugli indicibili crimini americani in Iraq, in Afghanistan, in Pakistan e altrove, questo stesso tribunale che non torce un capello al regime sionista, ha spiccato un mandato di cattura verso il Presidente del Sudan.
6. Assieme ai sudanesi, assieme al popolo arabo e a tutti gli antimperialisti del mondo, noi esprimiamo la più netta condanna di questa decisione, ed esprimiamo la nostra solidarietà al governo di Khartoum e alle forze popolari che in queste ore si stanno mobilitando, dentro e fuori il Sudan.
7. Il Tribunale Penale internazionale non ha alcuna legittimità né politica né giuridica per giudicare o condannare Omar al-Bashir. Questo Tribunale è un arnese nelle mani delle principali potenze imperialistiche, uno strumento «legale» per giustificare la loro politica illegale e neocolonialistica. La Resistenza antimperialista non si processa!
8. Quello del conflitto che dal 2003 dilania il Darfur è un conflitto interno al Sudan e deve essere pacificamente risolto dai popoli sudanesi, nella prospettiva di un sistema sociale, istituzionale e giuridico democratico, equo e federale.
9. Questa soluzione implica riconoscere come inalienabili i diritti delle comunità non arabe del Darfur, tra cui quelli consuetudinari al possesso della terra coltivabile (dar e hawakir) e all’autogoverno regionale.
10. Il conflitto che separa questa maggioranza sedentaria dalla minoranza araba nomade che si considera dominante e di cui le milizie Janjaweed sono l’ultima propaggine, ha radici antiche. Esso si è inasprito a causa della desertificazione del Sahel, che ha prodotto una immigrazione verso le terre fertili del Darfur (dalla Mauritania, dal Mali, dal Niger e dal Ciad). Ma si è incancrenito a causa della recente ingerenza di paesi imperialisti come la Francia e gli USA.
11. Le riserve minerarie del Darfur, tra cui l’uranio, nonché la scoperta di ingenti riserve petrolifere in Darfur (i cui diritti d’estrazione il governo dl Sudan ha strappato alle multinazionali occidentali per affidarli alla Cina), hanno spinto queste potenze ad allungare le mani per impossessarsi delle sue ricchezze.
12. In questo quadro, dopo aver prima embargato il Sudan per un’inesistente appoggio al terrorismo, hanno continuato la loro politica di destabilizzazione del paese fomentando la guerra civile nel Darfur, sostenendo e armando gli sgangherati movimenti guerriglieri dello SLA, del JEM e del MNRD. Non hanno solo lanciato una virulenta campagna di propaganda per denunciare un inesistente genocidio in Darfur, hanno internazionalizzato il conflitto usando come piazzeforti anti-sudanesi i paesi confinanti, anzitutto il Ciad e la Repubblica Centro-Africana. La cintura attorno al Sudan comprende adesso anche l’Egitto, la Libia, l’Etiopia e l’Eritrea.
13. La scandalosa decisione del TPI non solo legittima le mire imperialistiche, americane e francesi anzitutto, getta benzina sul fuco e accresce il rischio di un’internazionalizzazione del conflitto, col pericolo di una guerra regionale che coinvolgerebbe contro il Sudan tutti i paesi limitrofi.
NO AL MANDATO DI CATTURA DEL PRESIDENTE AL-BASHIR!
NO ALLE INTERFERENZE IMPERIALISTICHE IN SUDAN E IN AFRICA!
FUORI LE TRUPPE STRANIERE DAL SUDAN QUALE CHE SIA LA LORO DIVISA!
PIENI DIRITTI ALLE COMUNITA’ DEL DARFUR IN UN SUDAN INDIPENDENTE, UNITO, SOVRANO E ANTIMPERIALISTA!
Campo Antimperialista