«Per l’Occidente la democrazia è un concetto relativo, che si applica caso per caso, quando gli conviene. Per i militari egiziani non si applica»

Di seguito riportiamo il commento apparso sul blog di Beppe Grillo sulla tremenda repressione in atto in Egitto. Nell’arco delle forze politiche italiane, si tratta dell’unica posizione che si distacca dall’ipocrita coro occidentalista ed islamofobo.

Non che non vi siano sbavature (ad esempio il rifermento alla Serbia, sul quale ci sarebbe molto da dire), ma Grillo ha almeno il merito di dire alcune cose: che ciò che sta accadendo è la conseguenza di un golpe, che l’occidente ne è complice, che l’imperialismo è il primo responsabile di quanto sta avvenendo, così come lo è stato in Libia ed in Mali.

Non è poco, tanto più se consideriamo l’atteggiamento delle cosiddette forze di “sinistra”. Non solo il sito del Pd, ma pure quelli di Prc e Pdci tacciono, mentre il massimo che sa dire Sel è che bisogna “tenere aperto il dialogo”. Una roba che potrebbe essere tranquillamente sottoscritta dalla filo-americana e filo-sionista Bonino. Diamo dunque la parola a Grillo.

Egitto, massacri e democrazia
dal blog di Beppe Grillo

In Egitto è avvenuto da tempo un colpo di Stato, ma nessuno sembra volerlo ammettere. L’Occidente, Stati Uniti in particolare, si sono voltati subito da un’altra parte. La loro. Morsi nominato primo ministro in regolari elezioni è stato deposto dopo manifestazioni di piazza nell’indifferenza generale. Con questo metro di giudizio in Europa avrebbero dovuto dimettersi parecchi governi.

I militari hanno preso il posto di Morsi senza nuove elezioni. Nessuno ha battuto ciglio. Ora è il tempo delle stragi, l’assassinio da parte dell’esercito di centinaia (forse migliaia) di civili che vogliono ripristinare la democrazia. Ma, ancora una volta, l’Occidente tace. Al più lancia qualche flebile richiamo attraverso quella farsa in campo internazionale che si chiama UE. Gli Stati Uniti sono il salvadanaio d’Egitto. Ogni anno versano alle casse egiziane 1,3 miliardi di dollari. Non è un atto di beneficenza. Questa montagna di denaro serve per lo sviluppo degli armamenti egiziani e a mantenere il trattato di pace tra Egitto e Israele. Il principale interlocutore degli americani in Egitto è sempre stato l’esercito. Se venisse riconosciuto il colpo di Stato, gli Stati Uniti dovrebbero ritirare gli aiuti e perdere gran parte del controllo sugli eventi futuri.

Morsi è stato sostenuto principalmente dai Fratelli musulmani, i cui membri sono massacrati in questi giorni per le strade e i loro corpi ammassati nelle moschee. L’ONU è un fantasma che ricorda per la sua inconsistenza la Società delle Nazioni di prima della guerra. L’Occidente sempre pronto a condannare e a intervenire, anche con la forza, come è avvenuto in Libia, ora in parte sotto il controllo di Al Qaeda, (ma nessuno deve dirlo) o in Mali, per proteggere i suoi interessi, non vede, non sente, non parla. Chi ha ordinato la strage va processato da organismi internazionali come è avvenuto in Serbia. Il governo dei militari va disconosciuto senza alcun distinguo. Nuove elezioni vanno indette al più presto. Per l’Occidente la democrazia è un concetto relativo, che si applica caso per caso, quando gli conviene. Per i militari egiziani non si applica. La polveriera Egitto rischia di travolgere ogni equilibrio in Medio Oriente e in tutto il Mediterraneo mentre l’Italia fa da comparsa. Il ruolo che le riesce meglio.