Pubblichiamo una lettera del compagno Avni Er, recluso nel carcere di Nuoro, che è illuminante sulle condizioni dei più elementari diritti politici in Turchia. Proprio quella Turchia candidata all’ingresso nell’Unione Europea, ingresso fortemente caldeggiato dagli Stati Uniti per consolidare il loro controllo sul Medio Oriente e in vista del quale il regime oligarchico – militare di Ankara sta approvando riforme che, come ci conferma questa lettera, sono solo di facciata.

Per chi non ricordasse Avni, dopo un processo che nei due gradi svoltisi fino ad ora ha ignorato le più elementari garanzie, è stato condannato in Italia a ben sette anni di galera per appartenenza, con ruolo dirigenziale, ad associazione con finalità di terrorismo (art. 270 bis comma 1 c.p.). Anche  Avni faceva il giornalista e sono state proprio le cautele con cui svolgeva, a ragion veduta (si veda in proposito “Operazione Tracia”: dalla solidarietà ai perseguitati politici all’art. 270 ter) il suo lavoro a fornire a guardie e magistrati le motivazioni della condanna. Magistrati che hanno ritenuto superflua ogni indagine e valutazione, sia pur sommaria, sulla democraticità o meno della Turchia.
La Redazione

23/10/2008
L’altro giorno ho ricevuto la rivista “Yürüyüs”.  Questa rivista è settimanale ed è legale. Si può trovarla e comprarla in ogni edicola in Turchia. È una rivista che difende l’indipendenza, l’uguaglianza e la democrazia.
Questa rivista come altre riviste è oppositrice del governo, e purtroppo è sempre stata nel mirino dello stato turco. Tante volte gli uffici di questa “Yürüyüs” sono stati attaccati dai poliziotti e dai fascisti
I lettori della rivista sono stati rapiti, arrestati e condannati a tanti anni di carcere.
Ultimamente la rivista “Yürüyüs” ha subito pesanti condanne. La libertà di stampa è stata varie volte violata, i lettori della rivista “Yürüyüs” sono stati arrestati e condannati.
Forse vi ricordate, l’anno scorso un ragazzo, Ferhat Gerçek, di 17 anni, mentre vendeva la rivista, viene sparato dalla polizia sulla strada. E quel ragazzo Ferhat Gerçek è rimasto gravemente ferito, e oggi sta sulla sedia a rotelle, paralizzato. I suoi amici e compagni hanno chiesto, e chiedono anche oggi giustizia, che la polizia che ha sparato a Ferhat venga processato e condannato.
Tutte le volte le loro richieste sono state brutalmente fermate.
L’unica parola: la giustizia.
Vendere una rivista legale non deve essere un motivo per sparare ad un ragazzo di 17 anni. Da dove prende la polizia questo diritto di sparare?
I suoi amici e compagni hanno continuato a vendere questa rivista.
Però lo stato turco, il governo di Tayyip Erdogan si è sentito scomodo perché la rivista “Yürüyüs” è la voce di libertà. È la voce dei poveri, la voce dei popoli oppressi, la voce degli operai che muoiono ogni giorno perché i padroni cercano più guadagno.
La rivista “Yürüyüs” è la voce del popolo kurdo, lazi, armeno, la voce di tutti quei popoli che vivono in Turchia.
Ecco l’oligarchia turca si è sentita scomoda. Doveva fermare quella rivista.
Il 28 settembre quattro ragazzi che vendevano la rivista “Yürüyüs” sono stati fermati dalla polizia. Tutti e quattro i ragazzi sono stati portati alla stazione di polizia di Istinye (Istanbul), poi dopo alla stazione di polizia di Sariyer (sempre in Istanbul). In questa stazione di polizia i 4 ragazzi hanno subito torture pesanti. Le celle dove li hanno messi erano sempre bagnate e i ragazzi dal 28 settembre all’8 ottobre tutti i giorni torturati e picchiati con bastoni e vari oggetti.
I 4 ragazzi: ENGIN CEBER, CIHAN GUN, AYSU BAYKAL E OZGUR KARAKAYA, hanno subito torture molto pesanti.
Uno di loro ENGIN CEBER, dopo le torture si è sentito male.
L’8 ottobre è morto sotto tortura….gli altri ragazzi sono in gravi condizioni di salute…
ENGIN CEBER era un ragazzo di 29 anni. Il suo”crimine” era vendere una rivista che difende la democrazia, la giustizia, l’uguaglianza e l’indipendenza.
I suoi “crimini” erano così “gravi”, il governo di Tayyip Erdogan doveva torturarlo e poi ucciderlo.
La tortura è un crimine contro l’umanità. Oggi è morto il ragazzo ENGIN CEBER sotto la tortura.
A chi tocca domani?
I torturatori, i poliziotti, gli assassini di ENGIN CEBER devono essere arrestati.
Dobbiamo fermare le torture e i torturatori dello stato turco!
I ragazzi come ENGIN CEBER non devono morire sotto la tortura.
Chiediamo giustizia per Ferhat Gerçek e Engin Ceber!
A pugno chiuso!
Avni Er